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Con l'approvazione della legge Stanca, l'Italia punta a collocarsi all'avanguardia nel settore dell'accessibilità dei siti Web. Una sfida giusta che l'Università di Bologna ha già raccolto da tempo sia nella progettazione del Portale d'Ateneo e delle sue finestre informative sia nella strutturazione di adeguati percorsi di formazione.
Un utente al computer Proprio mentre si sta per concludere l'"Anno Europeo del Disabile", il Parlamento italiano ha definitivamente approvato il testo di legge che consentirà  anche ai disabili la piena accessibilità alle nuove tecnologie digitali e informatiche.

La "legge Stanca", così definita dal nome del Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie, Lucio Stanca, si colloca all'avanguardia del settore, tanto da essere stata indicata come modello da seguire anche in sede internazionale. Il provvedimento si inserisce però in un panorama disomogeneo e non privo di ritardi strutturali. "Dati statistici affidabili non esistono – commenta la prof.ssa Paola Salomoni, docente della Facoltà di Informatica di Cesena -  ma indubbiamente gran parte dei siti Web delle pubbliche amministrazioni italiane risultano attualmente inaccessibili: i file audio, le immagini e gli altri attachment non testuali rappresentano spesso materiali di fronte a cui il non vedente o il non udente si imbatte senza avere alcun ausilio per decifrare il contenuto.

Un altro problema – continua la Salomoni – sono i form, ovvero i moduli attraverso cui il Web richiede informazioni all'utente (per esempio i box utilizzati negli stradari virtuali per inserire località di partenza e arrivo). Essi, offrendo un elevato livello di interattività, si connotano come il valore aggiunto dei media digitali, ma almeno per ora sono un terreno precluso alla gran parte dei disabili".

Anticipando i contenuti della legge approvata oggi, l'Università di Bologna è attiva da tempo sul fronte dell'accessibilità. Il Portale d'Ateneo e le sue finestre informative adottano i protocolli più all'avanguardia e le sue strutture didattiche prevedono già corsi atti a sensibilizzare al problema i progettisti informatici dei prossimi anni. Proprio la Salomoni è coordinatrice del corso di accessibilità organizzato dal CRIAD – il Centro Ricerche e Studi per l'Informatica Applicata alla Didattica dell'Università di Bologna - in collaborazione con ASPHI - Associazione per lo Sviluppo di Progetti Informatici per gli Handicappati: "Il nostro sforzo - conclude la professoressa – è quello di aggirare gli ostacoli tecnologici sfruttando sia le potenzialità degli ultimi linguaggi di programmazione sia i benefici offerti da una corretta progettazione del contenuto: nel nostro corso, cioè, lezioni di informatica pura si alternano a incontri in cui, facendo tesoro dell'ingegneria dell'usabilità, cerchiamo di offrire modelli per la creazione di alberi e barre di navigazione funzionali alla comprensione del contenuto informativo".

L'obiettivo finale, come sottolinea anche il Ministro Stanca, è quello di dare pari opportunità di accesso all'informazione ai 3 milioni di disabili italiani che tuttora stanno contribuendo alla vita socio-economica del paese.