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Laureati: chi, dove e come ha lavorato nel 2003

AlmaLaurea ha presentato sabato 28 febbraio i dati dell’indagine condotta nel 2003 sulla condizione occupazionale dei laureati. I numeri confermano il trend negativo inaugurato dal 2002, ma il successo lavorativo rimane alto e conseguire una laurea continua a garantire un vantaggio su chi è in possesso di titoli di livello inferiore. Il prof. Andrea Cammelli – docente del dipartimento di Statistica dell’Università di Bologna e direttore di AlmaLaurea – commenta i punti più significativi evidenziati dalla ricerca.
Studenti all'entrata dell'Università All’interno del convegno “La transizione dall’università al lavoro in Italia e in Europa”, sabato 28 febbraio Almalaurea - il consorzio che rende disponibili on line i curriculum di 380.000 laureti di 36 diversi atenei - ha presentato i risultati della VI indagine sulla condizione occupazionale dei laureti italiani. Per l’occasione, nell’aula magna di Santa Lucia erano presenti tutte le massime autorità del mondo accademico e professionale: Pier Ugo Calzolari, Rettore dell’Università di Bologna; Fabio Roversi-Monaco, Presidente di AlmaLaurea; Piero Tosi, Presidente della Crui; Luigi Biggieri, Presidente dell’Istat e Vice Presidente del Comitato Nazionale per la Valutazione del Sistema Universitario; Anna Maria Artoni, Presidente del Consiglio Centrale dei Giovani Imprenditori di Confindustria; Carlo Callieri, Amministratore Delegato di Iniziativa Piemonte Spa; Tommaso Agasisti, Presidente del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari; Luciano Gallino, Renato Mannheimer e Tiziano Treu, rispettivamente docenti dell’Università di Torino, Milano Bicocca e Milano Cattolica. Con un intervento video registrato hanno parlato infine Umberto Paolucci, Vice Presidente Microsoft Corporation e Letizia Moratti, Ministro per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca.

A esporre le statistiche dell’indagine, condotta su un campione di 45 mila neolaureati ed estesa per la prima volta a cinque anni dal conseguimento del titolo, è intervenuto il prof. Andrea Cammelli. Il direttore di AlmaLaurea ha innanzitutto sottolineato l’elevato successo professionale dei laureati: “A tre anni dalla discussione della tesi – ha esordito – è impiegato il 75% degli intervistati e questa percentuale, già considerevole, sale addirittura all’87% dopo 5 anni”. Si tratta dunque di valori assoluti alti, che confermano però il trend negativo intravisto nel 2002: “Rispetto all’anno precedente – prosegue infatti Cammelli – la percentuale di occupati  è scesa di due punti percentuale tanto a un anno quanto a tre dal conseguimento del titolo. E con lei si sono rivolti al ribasso anche gli indici relativi alla stabilità occupazionale e al livello di reddito: i titolari di un lavoro stabile, autonomo o a tempo indeterminato, sono diminuiti del 6% (dal 44% al 38,2%) e il reddito mensile netto è sceso del 4%”.

Studiare diventa quindi una scelta pericolosa? Cammelli lo nega: “I dati sono negativi, ed era anche lecito aspettarselo considerata la congiuntura attraversata dal nostro paese, ma le statistiche dimostrano che investire in istruzione continua a convenire. L’indagine Istat, condotta tra il 1996 e il 2003 sui giovani dai 25 ai 34 anni, ha evidenziato per i laureati una crescita del tasso di occupazione pari all’8%, mentre per i diplomati quella percentuale scende al 5% e cala ulteriormente in concomitanza di livelli di istruzione ancora più bassi”. 

Cammelli chiarisce infine che, oltre al percorso universitario, nel tributare il successo di un neo-laureato vi sono anche altre concause. In primo luogo, le conoscenze informatiche: “Trasversalmente alle aree disciplinari di appartenenza – puntualizza il direttore di AlmaLaurea - chi ha confidenza con l’utilizzo dei software e dei linguaggi di programmazione ha possibilità di sbocchi professionali del 18% più elevate rispetto a quelle dei concorrenti tecno-analfabeti”. E lo stesso accade quando entrano in gioco gli stage: “Lavora l’8% in più di chi ha svolto un tirocinio prima della laurea e il 12,5% in più di chi ha svolto esperienze lavorative dopo il conseguimento del titolo”.