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L’altra faccia della nostra esistenza

E’ sempre difficile affrontare la morte. Di più: è difficile persino parlarne. C’è chi però studia questo fenomeno e il modo per gestirlo senza cadere nel patologico. Con riferimenti alla tanatologia, la testimonianza del prof. Francesco Campione, docente di Psicologia Medica e Psicodiagnostica all’Università di Bologna.
Corteo funebre Abbraccio pubblico e dolore privato. Lacrime e rabbia. Le due facce della sofferenza e del lutto sono ben visibili in casi come quelli del caporalmaggiore veneto ucciso a Nassiriya, che dopo l’addio commosso dei commilitoni ha ricevuto qualche giorno fa gli onori militari davanti al Capo dello stato.

E’ sempre difficile accettare quella che è l’altra faccia delle nostra esistenza: la morte. Anche quando il dolore non è improvviso e assurdo. E non fa notizia. La vita degli uomini di tutte le età, i sessi, le condizioni sociali e culturali è costellata di crisi cioè di mutamenti negativi, più o meno improvvisi, delle condizioni esistenziali. “Tutte le situazioni di crisi possono avere un andamento fisiologico oppure patologico” – spiega il prof. Francesco Campione che insegna Psicologia Medica e Psicodiagnostica alla Facoltà di Medicina. “Di conseguenza ci sono crisi che si superano in breve tempo con le risorse di cui individualmente già si dispone oppure che si superano con un aiuto che per essere adeguato implica l’intervento di personalità appositamente formate”.

E il professore, esperto di tanatologia, racconta di Niobe e Apollodoro. Da un lato la celebre e superba regina di Tebe a cui, narra la mitologia, furono uccisi tutti i quattordici figli, dall’altro l’amico di Socrate che non riusciva a smettere di piangere alla morte del filosofo. Sono i nomi che sono stati scelti per le due sotto articolazioni del progetto Rivivere. Una dedicata al sostengo di chi si trova a dover fronteggiare morti violente o assurde, l’altra per chi invece al distacco è preparato (se mai si può esserlo) dalla vecchiaia o dalla malattia.

“Da una decina d’anni – racconta Campione – abbiamo creato in Dipartimento (quello di Psicologia) un Servizio di Aiuto Psicologico nelle situazioni di crisi, separazione e lutto che lavora anche in collaborazione con l’Hospice una struttura per malati terminali di Bentivoglio. Costruire una rete in Emilia Romagna e poi trasferirla in tutto il paese è l’obiettivo più ambizioso.

E in questi giorni altre importanti novità. Come la stipulazione di una convenzione con scuola di Polizia stradale di Cesena, per formare alcuni ispettori alla gestione delle situazione di crisi. I prossimi passi saranno quelli di coinvolgere altri enti come la Protezione civile per trasmettere anche qui competenza e formazione. Sul versante invece “Apollodoro” l’idea è quella di ampliare il programma di assistenza alle famiglie. “L’Università di Bologna è attualmente un centro di riferimento in Italia”, conclude Campione. E del resto l’esperienza degli psicologi specializzati in questo tipo di sostegno è un caso anche in Europa. Unico è il Master in Tanatologia e psicologia delle situazioni di crisi, tanto che si pensa già di riproporlo, l’anno prossimo, in lingua inglese.