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Dalle twin towers alle due torri

Il medico legale impegnato ad analizzare i resti di ground zero sarà l’ospite d’onore del XX congresso internazionale di medicina forense. Tra etica, genetica e criminologia.
Vignetta relativa a un'indagine genetica Arriva a Bologna per la prima volta il Congresso del Ge.F.I. (Genetisti Forensi Italiani), e porterà proprio l’11 settembre sotto le due torri Robert C. Shaler il medico legale, capo del team che si è occupato dell'analisi del Dna dei resti umani ritrovati tra le rovine delle Twin Towers. Quasi 30.000 le analisi effettuate dallo staff del medico, che proprio a Bologna parlerà di identificazione delle vittime nei disastri di massa.

“Ha accolto il nostro invito. Sono tanti i relatori che ci hanno risposto di sì e ora sono entusiasti di venire a Bologna”, spiega Susi Pelotti della Medicina Legale dell’Università di Bologna.

“Si tratta del XX Congresso ed è di particolare rilevanza poiché costituisce un’occasione di incontro e di aggiornamento della comunità forense in una fase storica contrassegnata dal crescente interesse del mondo scientifico per l’impatto sociale della genetica”, spiega Pelotti.

Accademica la prima giornata (il 9 settembre) in cui saranno affrontati temi relativi a test genetici, medicina predittiva e privacy (attesi, tra gli altri, gli interventi del Presidente del  tribunale per i minorenni dell’Emilia Romagna, Elisa Ceccarelli e di Amedeo Santosuosso magistrato di Milano). “Temi delicati - sottolinea Pelotti - che sfiorano spesso problematiche di natura etica oltre che medica”. Sempre nel corso della prima giornata si parlerà della creazione di un data base e dell’anomalia italiana. Manca infatti ancora nel nostro paese una legge per regolamentare questa materia, che nell'occasione sarà dibattuta alla presenza del Procuratore della Repubblica di Bologna, Enrico Di Nicola.
Dell’identificazione personale tratterà invece il giorno successivo, con interventi molto tecnici che ripercorrono un po’ tutte le specializzazioni dei giovani collaboratori che lavorano con la Professoressa Pelotti nei laboratori di via Irnerio 49.

Carla Bini, biologa e specializzata in medicina forense, si occupa di DNA mitocondriale. “E’ quello che si trova nei mitocondri della cellula, racconta e viene trasmesso per via materna. In questo modo anche un capello privo di radice o i resti antichi, che hanno perso il DNA nucleare, diventano reperti utili ai fini investigativi o storici come nei casi famosi di Jesse James e dei Romanov ”.

Del cromosoma Y, trasmesso invece solo in via paterna si occupa invece Stefania Ceccardi che attualmente sta applicando le sue ricerche ad uno specifico campo di indagine, studiando la derivazione antropologica della popolazione di Rimini.
Di cromosoma Y si occupa anche  Giammarco Ferri. In particolare degli SNPs (Single Nucleotide Polymorphisms) utili per conoscere a livello investigativo l’ancestralità degli individui e nel prossimo futuro il colore degli occhi e dei capelli della persona che ha lasciato una traccia biologica, o per casi complessi di paternità.

Sì perché oltre alla ricerca accademica i giovani della medicina legale di Bologna sono spesso interpellati come consulenti delle autorità inquirenti o periti del G.I.P. nelle indagini.