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Musei di Palazzo Poggi

Una mostra nei musei universitari per ripercorrere le varie forme di rappresentazione del corpo. Un percorso tra arte e anatomia che collega scienziati e artisti da Leonardo al secolo dei lumi.
Una delle opere esposte Un viaggio insolito e affascinante nelle rappresentazioni del corpo e un legame sottile che lega in nome dello studio dell'anatomia l'arte e la scienza. Sono questi gli ingredienti della mostra "Rappresentare il corpo. Arte e anatomia da Leonardo all'Illuminismo" che a partire dal 10 dicembre aprirà i battenti a Palazzo Poggi, via Zamboni 33.

E' la prima delle iniziative che l'Ateneo dedica ad Ulisse Aldrovandi, grande protagonista dello sviluppo della scienza moderna. L'anno che verrà, il 2005, è infatti quello del IV centenario della morte dello studioso che aveva fatto dell'Università di Bologna la sua casa.
Sono oltre 200 tra dipinti, disegni, manufatti, libri, codici che hanno per tema il corpo umano e la sua rappresentazione e che si dipanano in un percorso lungo quindici sale. Tutti pezzi estremamente prestigiosi, provenienti dalle collezioni dell'Università ma anche da altri musei europei. Non passano certo inosservati i sette disegni di Leonardo da Vinci, il cui "permesso di espatrio" dalla Royal Library di Windsor è stato firmato dalla Regina Elisabetta, e che sono per la prima volta in Italia.

In altre parole l'esposizione sarà il racconto di quanto arte e scienza insieme abbiano permesso di svelare ciò che si nasconde dentro il corpo umano e i meccanismi del suo funzionamento. La grande tradizione della scuola anatomica bolognese è dunque il filo conduttore del percorso espositivo che però travalica i confini e sottolinea i momenti più significativi per la storia della scienza, per la storia dell'arte e, più in generale, per la cultura. La straordinarietà di questa mostra sta proprio nel fatto che per la prima volta la vicenda dell'anatomia e della medicina occidentali sono esaminate da vari punti di vista.

Diversi i settori, ciascuno con i suoi piccoli tesori. Si parte con la figura di Mondino de' Liuzzi, maestro nello Studio di Bologna all'inizio del Trecento e autore di un trattato di anatomia preso a riferimento sino al tardo Rinascimento, letto e meditato anche da Leonardo da Vinci. A lui è dedicata la prima delle sale del percorso. Poi c'è il Canone di Avicenna, un incunabolo medievale, custodito in esemplare unico nella Biblioteca universitaria, che costituisce un monumento per la medicina. Quindi la sala di Leonardo con i disegni anatomici autografi provenienti dalla Royal Library di Windsor. Sette disegni raffiguranti le ossa delle mani, la colonna vertebrale, il cranio, lo scheletro, lo stomaco e l'intestino, i muscoli della spalla, gli organi genitali femminili e il feto. Accanto a essi c'è  il cosiddetto "Homo vitruvianus", emblema non solo dell'anatomia umana, ma della concezione umanistica e rinascimentale.  Ma non ci sono solo questi gioielli. Per esplorare il legame tra scienze e arte ci sono i quadri di Annibale e Ludovico Carracci, Matteo Loves, Guido Cagnacci, Federico Zuccai, Orazio Borgianni e di pittori olandesi legati all'ambito di Rembrandt. Ma "i protagonisti" sono i medici e i filosofi. I visitatori li incontreranno nel susseguirsi delle stanze: quella del Corpo Umanizzato, con le pubblicazioni di Berengario da Carpi e Andrea Vesalio,  "testimoni sin da allora di una rivalità mai finita tra Bologna e Padova" o quella dell'Anatomia delle parti minime, con la figura di Marcello Malpighi e la sua ricerca sui tessuti. Lungo il percorso espositivo anche una serie di statue e di preparati anatomici in cera. Opere di Ercole Lelli e dei coniugi Manzolini. Per finire con Galvani.

La mostra resterà aperta fino al 20 marzo dalle 9,30 alle 19,30. Il costo del biglietto è di 6 euro; ma studenti e scuole entrano gratis. A disposizione del visitatore oltre al catalogo anche una guida di 16 pagine.

Informazioni e prenotazioni: