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Un solstizio d'estate all'insegna di Giò Domenico Cassini

Continuano nell’ambito dell’anno cassiniano le manifestazioni e gli incontri per ricordare le scoperte e l’opera del grande astronomo, maestro dello Studio Bolognese
meridiana di san petronio

Il calendario segnava il giorno del solstizio d’estate del 1655 quando venne posta la prima pietra di quella che sarebbe stata, ed è ancora, la linea meridiana più lunga del mondo. C’è chi non lo sa eppure è sotto il naso, nella Basilica di San Petronio. A realizzarla fu Gio Domenico Cassini, professore di Astronomia presso lo Studio Bolognese, una figura poco conosciuta, "forse perché offuscata da quella di Galileo Galilei", secondo il professore Bruno Marano, docente di Astronomia, e uno degli animatori di una serie di iniziative che, a 350 anni di distanza, ricordano lo studioso.

Tra gli appuntamenti in programma, quello di questa sera vede come protagonista proprio la meridiana di San Petronio. A partire dalle 17 nella sala dello Stabat Mater dell’Archiginnasio (piazza Galvani 1) si terrà una conferenza che affronterà tre tematiche: il luogo con il professor Eugenio Riccomini, lo strumento con il professor Fabrizio Bonoli, la scienza con il professor Bruno Marano, dopo l’introduzione affidata al professor Flavio Fusi Pecci.

Riccomini ci anticipa parte della sua conversazione partendo dal suo personalissimo rapporto con le meridiane. "Nel mio studio ce n’è una bellissima, sulla quale seguo le vicende del sole con l’aiuto anche di mia moglie, laureata in astronomia". Ma subito il professore entra nel vivo dei suoi racconti e incomincia a tratteggiare la storia della città partendo da quella dei suoi monumenti. Come faceva nei suoi famosi Perditempo. "La Basilica stessa, a ben vedere, è una meridiana. Sulla piazza infatti si proietta l’ombra della cuspide della facciata". Questo per via della sua singolare disposizione. "Si tratta – spiega Riccomini – dell’unica chiesa del panorama tardo medievale ad essere orientata Nord-Sud e non Est-Ovest, secondo il percorso del sole".  La spiegazione è legata alla natura, se così si può dire, della chiesa che non è nata per essere la sede del vescovo ma  "sede religiosa per la cittadinanza". Lo testimoniano non solo il "posto" del sindaco al suo interno ma anche l’attaccamento che la città intera ha dimostrato per quella chiesa anche nei momenti politici o di emergenza. "Nella chiesa del popolo, ed esempio-  prosegue Riccomini - volle essere incoronato Carlo V, e sul sagrato della basilica furono deposti i morti della strage del 2 agosto". Le storie si intrecciano nei suoi racconti e le strade, le piazze, i palazzi della città si animano di persone. Tanto che, ascoltandolo, sembra quasi di vederlo, Cassini, all’opera mentre la cittadinanza si raduna per osservare lo spettacolo del sole "catturato" sul pavimento della chiesa.

Oggi, come allora, si ripete. La cittadinanza e lo spettacolo del sole. Sarà questo il centro della giornata di domani, quando Piazza Maggiore (dalle 10 alle 14) diventerà terra di telescopi e strumenti per le osservazioni astronomiche. "Per svelare qualche curiosità – spiega Fusi Pecci – di quella bomba atomica autocontrollata che sta lì da 3-4 milioni di anni ed è intenzionata a restarci altrettanto, dimostrando che il sole, almeno quello,  è sempre lui. Eppure, per chi sa osservarlo, cambia continuamente".

Ma l’anno cassiniano non finisce qui. Altre iniziative sono in programma per il dopo-estate. "Il 20 e 22 settembre -  anticipa Bonoli - un convegno di due giorni ancora sulle meridiane e una mostra in Archiginnasio. Infine ad ottobre l’ultimo evento pubblico, a Loiano (dove c’è un telescopio intitolato proprio a Cassini) a cui prenderà parte anche l’astronauta Guidoni.
 
"Manifestazioni che fanno capire il legame stretto, la collaborazione indispensabile tra Università e Comune", ha avuto modo di sottolineare Cristiana Morigi Govi, direttrice del settore cultura di Palazzo d’Accursio, ribadendo l’importanza di "una università che svolge la sua azione non solo nell’insegnamento agli studenti ma anche nella diffusione più ampia del suo sapere". Anche per questo la manifestazione ha ricevuto, oltre al contributo e all’adesione di varie istituzioni cittadine, anche l’Alto patronato del Presidente della Repubblica.