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Dinosauri al museo: dal Diplodoco agli altri vertebrati fossili

Si è aperta al Museo Geologico Giovanni Capellini la mostra "I Dinosauri italiani e altri vertebrati fossili del nostro paese". Alla collezione permanente del museo si affiancano reperti in arrivo da Trieste, Milano e Napoli, oltre alle opere dei paleoartisti. Per celebrare il centenario dell'arrivo a Bologna del Diplodocus carnegiei
Diplodocus carnegiei

Era il 1909 quando, con i suoi ventisei metri di lunghezza per quattro di altezza, lo scheletro del Diplodocus carnegiei arrivò nelle sale del Museo Geologico Giovanni Capellini. Un ospite forse un po’ ingombrante ma di grandissimo valore storico e scientifico, esemplare unico in Italia. A cento anni di distanza il Museo Capellini celebra il suo pezzo più spettacolare con una serie di iniziative: un incontro per i più piccoli, una conferenza internazionale e una mostra – titolo: "I dinosauri italiani e altri vertebrati fossili del nostro paese" – visitabile fino all'11 gennaio 2010 (aperta tutti i giorni, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13, sabato e domenica dalle 10 alle 18).

"Si potranno vedere i più importanti fossili di dinosauro italiani – spiega il curatore Federico Fanti – in arrivo dalle collezioni di Milano, Trieste e Napoli, oltre ovviamente ai reperti della collezione permanente del museo. In questo modo l’esposizione riesce a coprire la maggior parte del territorio del nostro paese." Oltre ai fossili, nell’ordine, di Trieste, Milano e Napoli, nel piano terra sarà allestita anche una zona dedicata ai paleoartisti: illustratori che realizzano disegni di paesaggi e scene di vita quotidiana ai tempi dei dinosauri. "Sono immagini molto suggestive – dice ancora Fanti – che sicuramente colpiscono per la loro precisione e per la ricostruzione dell’habitat preistorico". Al primo piano del museo si potrà ritrovare invece la collezione permanente, con i pezzi di dimensioni maggiori e, ovviamente, il Diplodoco.

Il reperto originale fu rinvenuto il 4 luglio 1899 in Wyoming: uno scheletro completo di Diplodocus, ventisei metri dalla testa alla punta della coda. Vissuto nel Giurassico superiore degli Stati Uniti, il Diplodoco è stato uno degli animali più lunghi apparsi sul pianeta. La spedizione che ritrovò i resti del dinosauro era finanziata da Andrew Carnegie, tra gli uomini più ricchi d’America, ma anche grande filantropo finanziatore di biblioteche, musei, università e fondazioni. Dello scheletro del Diplodoco, in suo onore battezzato Diplodocus carnegiei, decise di fare una serie di calchi da donare alle dinastie regnanti d’Europa. "Ne furono realizzate dodici copie – racconta sempre Federico Fanti – e una di queste fu consegnata a Vittorio Emanuele III. All’epoca Bologna era la prima città in Italia per la ricerca scientifica e per gli studi sui fossili e la paleontologia, così lo scheletro, nel 1909, venne donato al Museo Capellini".

Per celebrare il centenario del Diplodoco, dal 27 al 29 settembre il museo ospiterà una conferenza internazionale sulla paleobiogeografia dei vertebrati. La celebrazione ufficiale del centenario, domenica 27, vedrà anche la firma di un accordo di collaborazione con l'Università di Sfax, in Tunisia (ore 15,30). Mercoledì 30 è prevista una visita a Trieste per vedere dal vivo alcuni ritrovamenti.

Non poteva mancare poi, come è tradizione del Museo Capellini, un evento pensato per i più piccoli. In occasione de La città dello Zecchino, venerdì 11 settembre, dalle 10, i bambini saranno protagonisti di "Una mattina al museo". Due gli itinerari in programma: "Nasce la terra", itinerario multimediale e visita al museo, pensato per i bimbi da 6 a 8 anni; i più grandi, da 9 a 11 anni, potranno invece partecipare alla caccia al tesoro "Alla scoperta del mondo di Dino… sauro". Per partecipare, l'ingresso è gratuito, è obbligatoria la prenotazione online sul sito de La città dello Zecchino.