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Made in uni(BO): macchine per raccontare

Il Consorzio Università-Città promuove un evento multimediale che sarà ospitato alla Biblioteca della Cineteca di Bologna, sabato e domenica
Studenti e docenti. Narrazione e tecnologia. Reale e virtuale. Difficile decidere da dove cominciare per raccontare questo evento. Intanto diciamo che assieme studenti e docenti di Scienze dell’Informazione e Scienze della Comunicazione hanno generato una "macchina per raccontare storie". C'è un software che in uno spazio fisico permette di assistere al racconto di una storia (o meglio dovremmo dire di interagire). Una storia fatta di pezzi di storie. Nella giornata di domenica una stanza della Biblioteca Renzi della Cineteca (via Azzo Gardino 65) ospiterà questa simulazione di suoni, immagini e brandelli di trame che diventeranno racconto attraverso i movimenti del corpo nello spazio tridimensionale.

"Come l’anno scorso – ha ricordato il prof. Angelo Varni alla presentazione dell’iniziativa – il Consorzio Università-Città si è impegnato in un'operazione in cui crediamo molto: quella di stimolare la capacità progettuale e inventiva degli studenti". "Ripercorrere una tradizione regionale – ha proseguito il prof. Lorenzo Donatiello, presidente del Consorzio- che è quella di produrre artefatti". "Opere tutte particolari – ha precisato il prof. Marco Roccetti, entrando nel vivo del progetto – fatte con la mente. Cose che studenti e docenti hanno costruito insieme con le mani, ma che partono dalla testa".

Al centro del progetto di quest’anno è stato posto il tema del narrare. C'è chi dice che le moderne tecnologie stanno trasformando la maniera in cui il racconto delle storie fa battere il cuore dell’uomo, legandone, per così dire, l’accelerazione naturale al ritmo del byte della macchina. C'è chi invece su questi effetti si mostra ancora scettico. Prima della presentazione della "macchina" (sabato alle 18) parleranno di questi temi, in un incontro pubblico, lo sceneggiatore Fabio Bonifacci, il graphic designer Marco Zanichelli e il fumettista Francesco Guerrini, assieme ai docenti Lorenzo Donatiello, Angelo Varni, Giovanna Cosenza e Marco Roccetti. Poi sarà la volta dell’anteprima della "macchina per raccontare", realizzata dai docenti e dagli studenti. Alcuni hanno scritto le storie, altri hanno pensato al software.

Per il futuro sono tante le applicazioni che questi tipi di macchine possono avere. Qualche esempio? I giochi di ruolo, certo, ma possono anche essere utilizzate in campo medico e formativo per stimolare la creatività dei bambini in età pre-scolare o per supportare le terapie rivolte a persone affette da disfunzioni del linguaggio.