Logo d'ateneo Unibo Magazine

Una dieta su misura per gli over 65

Parte il progetto "Nu-Age", finanziato dall'Unione Europea e coordinato dall'Università di Bologna. Obiettivo: combattere l'invecchiamento dei più anziani proponendo un'alimentazione corretta. Ai 1250 volontari in arrivo da Italia, Francia, Gran Bretagna, Paesi Bassi e Polonia sarà proposta una dieta mediterranea "rinforzata"
Una dieta su misura per gli over 65

Combattere l'invecchiamento mangiando bene. Il progetto di ricerca "Nu-Age", presentato questa mattina all'Alma Mater, punta proprio a questo: realizzare una dieta ideale, che permetta agli over 65 di tutta Europa di invecchiare bene, prevenendo e combattento i disturbi che solitamente si manifestano con l'avanzare dell'età.

Saranno 1250 i volontari, tra i 65 e i 79 anni e di cinque paesi europei (Italia, Francia, Gran Bretagna, Paesi Bassi e Polonia), a sottoporsi per un anno alla dieta speciale messa a punto dal gruppo di ricerca. E per i quattro anni successivi scienziati, statistici, nutrizionisti ed esperti di marketing lavoreranno allo studio dei dati raccolti e metteranno a punto cibi e combinazioni di cibi ottimali per la terza età.

Quello dell'invecchiamento è per l'Unione Europea, che finanzia il progetto "Nu-Age" con 9 milioni di euro, un tema estremamente sensibile, allo stesso livello d'importanza - per intenderci - del cambiamento climatico. Stando alle proiezioni demografiche, nel 2030 gli ultra-sessantacinquenni saranno passati dall'attuale 25 al 40 pecento dell'intera popolazione del vecchio continente. Diventa cruciale allora trovare modi per tutelare la salute dei più anziani, diminuire malattie e disabilità e ridurre in questo modo anche costi sociali e spesa sanitaria. E una dieta giusta potrebbe essere la risposta.

"La nutrizione ha effetti profondissimi sul nostro corpo", spiega l'immunologo dell'Alma Mater Claudio Franceschi, coordinatore del progetto. "Si è osservato che la dieta assunta può addiritttura cambiare il comportamento del nostro genoma. Inoltre gli effetti prodotti dalle abitudini alimentari possono trasmettersi di generazione in generazione".

Ma cosa mangieranno gli over 65 che prenderanno parte al progetto? La base è quella della sempre salutare dieta mediterranea, con una serie di "rinforzi" pensati ad hoc per le esigenze di un organismo anziano. Assieme a tanta acqua e tanta frutta e verdura ci saranno ad esempio latticini con aggiunta di vitamine D e B12. E ancora cereali per il giusto apporto di fibra e legumi per sostituire, almeno un paio di volte alla settimana, la carne. Pane, pasta e riso comuni saranno sostiuiti con quelli integrali. Il tutto armonizzato secondo le consuetudini alimentari dei cinque paesi da cui proverranno i volontari: gli inglesi manterranno la loro tipica colazione abbondante e agli italiani non sarà negato un piatto di pasta.

"Il progetto 'Nu-Age' che punta sul ruolo dell’alimentazione nel processo di invecchiamento - dice ancora Franceschi - nasce dall’incontro tra due eccellenze della ricerca targata Unibo. Quella nel campo della longevità e quella nel campo dell’agroalimentare e della nutrizione". Grazie a "Nu-Age" si potranno analizzare gli effetti di un'intera dieta e non, come più spesso accade, di un singolo nutriente, sull'organismo di un campione vasto e geograficamente differenziato. Questo permetterà anche di realizzare focus su aspetti specifici e ancora poco conosciuti come la flora intestinale e il suo mantenimento in salute, il rapporto tra il sistema immunitario generale e quello intestinale o ancora l’effetto dell’alimentazione sul funzionamento del Dna individuale. I risultati della ricerca serviranno anche ai tanti partner dell'agroalimentare (che doneranno gratuitamente ai volontari i loro prodotti) per sviluppare cibi dedicati alle esigenze nutrizionali specifiche degli anziani.