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Il calendario degli appuntamenti.

15 Maggio 2004

Sala polifunzionale di via Mascarella

All’interno delle manifestazioni legate al Premio Dams 2004, va in scena “Il bianco e la ruggine”, uno degli spettacoli in gara nella sezione teatro. Una serata tra recitazione e aèperitivi.

Sabato 15 maggio, presso la Sala polifunzionale, via Mascarella 44 alle ore 19 (ingresso libero) un appuntamento di teatro/aperitivo inaugura la serie di rappresentazioni teatrali che vedono come protagonisti i finalisti del Premio DAMS nella sezione Teatro. La commissione selezionatrice, presieduta da Marco De Marinis, ne ha selezionati quattro. Il primo regista finalista è Ennio Ruffolo che presenterà lo spettacolo “Il Bianco e il ruggine” con gli attori Leonardo De Vita, Gianluca Ena, Luca Orlandi, Silvia Signora. La regia si avvale della collaborazione tecnica di Fabio Fiandrini, Sara Garagnani e Luana Callegari. “Il bianco e il ruggine” affronta il tema del sacrificio e della sua trasformazione nella cultura contemporanea, non più saldamente barricata all’interno dei suoi limitati confini. Lo studio parte dalla famiglia, dove la tradizione e l’educazione affermano e rafforzano il valore del sacrificio, la sua consapevolezza e il suo senso di necessità. Due forze spingono l’una contro l’altra, due atti distinti e assolutamente conclusi in se stessi. Due realtà che lo spettacolo racconta: il bianco che colora violentemente l’America e con essa l’Occidente, il ruggine che corrode il vivo e vissuto Medio Oriente. Lo spettacolo si apre nel bianco totale di una cucina, in cui una famiglia nel suo stato più completo, padre, madre, figlio e amante, vive la quotidianità vorticosa che conosciamo. Ogni giorno si consuma un rito, di cui si può essere o meno consapevoli, dove le relazioni interpersonali si intersecano secondo delle partiture prestabilite. Ruggine si apre su un sentimento d’amore, e poi la gestazione, il parto, la crescita comune in un’organizzazione ferrea, compatta, consolidata dai secoli e dalla religione. La stessa ideologia e le stesse emozioni cementano i legami, quasi a renderli totalitari. Una penombra avvolge tutta la scena, disperdendo lo spazio e i confini. Quattro personaggi e quattro valigie, nell’intimità di un luogo che assomiglia molto ad una sala d'attesa, aspettano l’inesorabile che sta per accadere. Cosa e chi lo abbia deciso non è importante, così come chi compie il sacrificio. Si è tutti uguali. Ogni dono ha il prezzo di un sacrificio, ma in questo sacrificarsi ognuno regala una parte di sé, o tutto se stesso? A questa ulteriore domanda, i gesti diventano piccoli, lenti, come l'inesorabile che si sta compiendo: un altro rito, nel vuoto corroso e temibile del ruggine.

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