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La mostra "Il giornalismo che non muore" sbarca a Bologna

In San Giovanni in monte un’esposizione dedicata a 14 giornalisti che hanno perso la vita portando avanti il loro lavoro, organizzata dall’Associazione Ilaria Alpi. E con la mostra anche una serie di incontri.
Ilaria Alpi

20 marzo 1994. Già dai primi "lanci" di agenzia apparve chiara l’ipotesi di quanto era avvenuto a Mogadiscio: due giornalisti italiani erano finiti vittima di un agguato in piena regola. Un commando di persone armate aveva seguito e bloccato l'auto con l’inviata della Rai Ilaria Alpi e il suo operatore Miran Hrovatin e li aveva freddati con due colpi di pistola. Il resto, i perché, i mandanti, i depistaggi, i silenzi, gli errori e le omissioni sono diventati oggetto della cronaca degli undici anni che ci separano da quel fatto.

In quest’arco di tempo una serie di premi e riconoscimenti sono stati legati al nome della giornalista e sono diventati un’occasione per riflettere, nel nostro paese, sul giornalismo d’inchiesta e l’etica di una professione. E’ in questa cornice che si colloca anche una recente iniziativa, promossa dall’Associazione Ilaria Alpi-Comunità Aperta di Riccione. Una mostra dedicata a 14 giornalisti che hanno perso la vita portando avanti il loro lavoro, volendo offrire un ulteriore tributo al giornalismo fatto con coraggio, scrupolo investigativo ed onestà delle proprie opinioni. Da Giovanni Amendola ad Enzo Baldoni, passando per Walter Tobagi e Ilaria Alpi. Un percorso storico che racconta i giornalisti grazie a testi e fotografie. L’esposizione, che fa tappa anche a Bologna, sarà inaugurata nel porticato di San Giovanni in Monte sabato 3 Dicembre (ore 17,30) da Pasquale d’Alessio e Francesco Cavalli dell’associazione Ilaria Alpi-Comunità Aperta alla presenza del Sindaco Sergio Cofferati e del Rettore Pier Ugo Calzolari. Previsti anche gli interventi di Angelo Varni, direttore della Scuola Superiore in giornalismo che è stata intitolata ad "Ilaria Alpi", Gerardo Bombonato, presidente Ordine dei Giornalisti Emilia-Romagna e Claudio Santini, del Comitato esecutivo Odg Nazionale.

Nell’ambito del premio poi una serie di incontri. Il primo, martedì 6 dicembre, in Aula Prodi (Piazza San Giovanni in Monte), dalle 9,30 sarà sul tema dell’Informazione e la mafia. Dopo i saluti di Angelo De Bernardi (Direttore del Dipartimento di Storia) e dell’assessore alla cultura del Comune, Angelo Guglielmi, si aprirà una tavola rotonda, introdotta da Roberto Grandi (prorettore dell’Università di Bologna) Claudio Fava (europarlamentare e giornalista). Nel corso dell’incontro si susseguiranno gli interventi di Mauro Sarti (Università di Bologna), Andrea Tarondo (Magistrato di Palermo), Pantaleone Sergi (giornalista), Maria Grazia Mazzola (inviata Rai Uno), Angelo Agostini (direttore di Problemi dell’Informazione), Enzo Guarnera (avvocato), Miro Barbaro (associazione Libera).  Martedì 13 dicembre invece sarà la volta del giornalismo d’inchiesta, a Palazzo del Podestà (Sala degli Atti), dalle ore 21. Qui interverranno Carlo Lucarelli (giornalista e scrittore), Giorgio Tonelli (giornalista Rai), Andrea Purgatori (Corriere della Sera), Luciano Scarlettari (Famiglia Cristiana), Giovanni Maria Bellu (Repubblica), Fabrizio Gatti (l’Espresso), Sabrina Giannini (Report), Alberto Nerazzini (giornalista freelance). Infine giovedì 15 dicembre, sempre in Aula Prodi, dalle ore 18,30 un terzo appuntamento dedicato ancora alla lotta alla mafia e al ruolo dell’informazione a cui prenderanno parte due ragazzi dell'associazione di Locri "E adesso ammazzateci tutti" che saranno intervistati da Marco Sacchetti dell'Agenzia Dire.


 

L’iniziativa è realizzata in collaborazione con il Dipartimento di Discipline della Comunicazione, l’Ordine dei giornalisti Emilia –Romagna e con il patrocinio di Comune di Bologna e Università.