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Cinema e matematica. Pellicole per capire come cambia l'immaginario delle professioni scientifiche

La crisi delle vocazioni scientifiche ha tra le cause una ridotta percezione del ruolo sociale del ricercatore. L’imperativo è dare una nuova prospettiva alle professioni scientifiche. Tra i primi a farlo c’è l’industria cinematografica.
Locandina di A beautiful mind

Il Science Learning Centre di Londra ha chiesto a 11.000 ragazzi inglesi la loro opinione su scienza e scienziati. I risultati definitivi dell’indagine non saranno disponibili prima di aprile, ma BBC Educational ha già reso noti i trend principali emersi in corso d’opera. Circa il 70% dei ragazzi inglesi tra gli 11 e i 15 anni, scrive BBC, non considera gli scienziati persone "normali" e attraenti. L’80% di loro, però, è altresì convinta che gli scienziati facciano un lavoro creativo e molto importante. "I giovani – commenta dunque uno degli autori della ricerca, Fali Stylianadou – ritengono la scienza rilevante ed emozionante, ma non si vedono con il camice del ricercatore". E di conseguenza non intraprendono curriculum formativi nelle scienze, al punto che in Italia dal ’51 a oggi la percentuale di studenti iscritti alle facoltà scientifiche sul totale è diminuita del 20%.

"Il problema – spiega Mirella Manaresi in riferimento alla matematica, disciplina di cui è docente all’Università di Bologna – è che nell’immaginario collettivo il mestiere del matematico non esiste, se si eccettua il ruolo di insegnante. Il nostro compito, quindi, è riuscire a comunicare il ruolo sociale importante che il matematico riveste". "Nelle scuole – prosegue la docente, promotrice di iniziative divulgative in ambito europeo e nazionale - la matematica sembra una disciplina ferma ai fondamenti di due secoli fa. E invece sono problemi matematici quelli della Tac, che deve ricondurre tante immagini bidimensionali a un’immagine tridimensionale, e quelli della sicurezza delle reti, che passa attraversa le tecniche di crittografia e quindi per la teoria dei numeri".

Nonostante un generale disinteresse da parte dei media, che, testimonia una ricerca di Chiara Orsi del 2003/04, dedicano solo il 2-4% dei loro spazi divulgativi alla matematica, sembra proprio un mass media, il cinema, ad aver capito che la matematica non è solo una lezione scolastica. Lo conferma la stessa Manaresi, che da tempo si è avvalsa della cinematografia per dare ai numeri una prospettiva più ampia di quella che esce dalle aule dei licei. "Fino a qualche anno fa – ricorda Manaresi – i matematici del cinema erano solo insegnanti o, in alternativa, personaggi strani, ideali per essere assassini o detective. Oggi invece i matematici del cinema sono personaggi di successo che vincono Nobel e dominano la finanza internazionale". L’esempio più celebre è forse A beautiful mind di Ron Howard, in cui Russel Crowe è il matematico premio Nobel per l’economia, John Forbes Nash. Ma c’è anche The Bank in cui David Wenham interpreta un giovane matematico che, utilizzando la teoria del caos e la geometria dei frattali di Mandelbrot, sembra poter elaborare l’algoritmo in grado di prevedere l’andamento dei mercati finanziari. E poi ci sono Le invasioni barbariche in cui il matematico con master in finanza sbanca i mercati di Londra pagando le cure per il padre morente letterato di sinistra.

Se gli sbocchi occupazionali non mancano resta forse un po’ di timore per il lavoro che si andrà svolgere. Celebre è sul tema la dichiarazione del matematico e avvocato Geodfrey Hardy: "Se viaggio in aereo e ho voglia di parlare, dico di essere un avvocato, se invece non voglio essere disturbato, dico di essere un matematico". "E’ una difficoltà concreta che si vive anche in famiglia. – conferma Manaresi – Mia sorella era avvocato e poteva parlare del suo lavoro anche con i genitori, mentre io non potevo certo portare in tavole i miei studi". Comunque, non c’è il rischio di restare soli: nell’ufficio di Mirella Manaresi c’è un traffico di persone e telefonate che non ha nulla da invidiare ai più celebri uffici manageriali.

Per saperne di più su questo mondo, le occasioni non mancano. Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha da poco avviato un progetto per la promozione delle lauree scientifiche e in questo contesto nella prossima primavera sarà promossa una giornata dal titolo significativo: "Professione matematico". Il prossimo 24-26 marzo a Venezia, si rinnoverà poi l’appuntamento con il convegno matematica e cultura, in cui si percorreranno gli intrecci tra la matematica, da una parte, e la psicologia, l’architettura e l’arte, dall’altra. Insomma, ci si sta avvicinando all’America, "dove – conclude Manaresi – alcuni centri di ricerca, come il MRSI di Berkley hanno una sezione dedicata agli eventi speciali".