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Carlo Ferrari è il nuovo direttore del Cirsa di Ravenna

Il docente di botanica ambientale e conservazione biologica prende il posto di Victor Ugo Ceccarelli al centro interdipartimentale per le scienze ambientali che amministra annualmente progetti per 2,5 milioni di euro.
Carlo Ferrari

Il Consiglio del Cirsa, Centro Interdipartimentale di Ricerca per le Scienze Ambientali dell’Università di Bologna - Polo di Ravenna, ha eletto il professor Carlo Ferrari alla propria direzione. Ferrari, docente di Botanica ambientale e di Conservazione biologica, subentra a Victor Ugo Ceccherelli, direttore per sei anni e non più rieleggibile. Nato a Bologna nel 1944, laureato in Scienze Biologiche, il nuovo direttore del Cirsa - a Ravenna dall’anno accademico 1994-1995 - si occupa in particolare dell’analisi della biodiversità vegetale, dal livello genetico a quello di popolazioni e comunità, e delle applicazioni che ne possono derivare per la valutazione e la conservazione della qualità ambientale. Coordina inoltre il "Dottorato di Ricerca in Scienze Ambientali: tutela e gestione delle Risorse naturali" ed è autore di 130 pubblicazioni scientifiche. Alla conservazione biologica ha dedicato vari interventi di divulgazione scientifica e il libro Biodiversità: dall’analisi alla gestione, edito da Zanichelli nel 2001. Ferrari resterà in carica per i prossimi tre anni.

Carlo Ferrari, che è stato tra i fondatori del Centro, attivo dall’anno accademico 2000/2001, sottolinea di averlo sempre considerato la soluzione giusta per Ravenna, poiché «per le Scienze Ambientali è molto importante poter disporre di un luogo di aggregazione di ricercatori con culture ed esperienze professionali diverse, che possano essere utilizzate per la gestione dei problemi ambientali, caratterizzati da interazioni complesse tra viventi e variabili fisiche e chimiche ». Proprio in relazione a questo, va ricordato che il Cirsa - chiamato a svolgere, promuovere e coordinare studi e ricerche scientifiche nelle materie ambientali privilegiando approcci interdisciplinari - si è costituito per iniziativa di cinque Dipartimenti dell’Università di Bologna: Biologia Evoluzionistica Sperimentale, Chimica "Ciamician", Fisica, Matematica, Scienze della Terra e Geologico-Ambientali. «Il Cirsa offre così al territorio ravennate – spiega ancora il suo direttore – un’opportunità rara, vale a dire una concentrazione di ricercatori con competenze utili alla gestione dell’ambiente, che soltanto i grossi poli universitari possono vantare. In più, questi ricercatori sono riuniti in una struttura che possiamo ritenere unica, nel proprio genere, in Italia.»

Il Centro Interdipartimentale ravennate amministra ogni anno una cifra media di circa 2,5 milioni di euro, tra contratti di ricerca internazionali e nazionali e convenzioni. Attualmente è impegnato in circa cinquanta progetti. Tra essi ricordiamo: il monitoraggio delle strutture off-shore in Alto Adriatico (293.000 euro - responsabile prof. Marco Abbiati); una convenzione con Eni sul progetto Biodiversità (329.950 euro - prof. Marco Abbiati); il progetto europeo Amis, in Algeria, per il monitoraggio, la salvaguardia e la gestione ambientale delle coste (985.684 euro - prof. Elena Fabbri); il progetto europeo Episcon, per la conservazione dei beni culturali (2.590.238 euro - prof. Rocco Mazzeo); il progetto Agip di "Analisi e previsione dell’evoluzione a breve-medio termine del litorale ravennate" (403.200 euro - prof. Giovanni Gabbianelli). La grande attività del Cirsa, commenta il direttore, «è la miglior dimostrazione della bontà della sua impostazione». Per quanto riguarda il futuro, Carlo Ferrari intende soprattutto «proseguire nell’efficiente amministrazione che ha caratterizzato la precedente direzione di Victor Ugo Ceccherelli, per fare in  modo che ricercatori di diversa provenienza possano sviluppare e integrare al meglio in questa sede le proprie attività. Il Centro, che gestisce risorse paragonabili a quelle di un Dipartimento e, spesso, anche superiori, deve soprattutto il suo attuale successo non soltanto all’elevata qualità dei suoi ri-cercatori ma anche all’efficienza della gestione amministrativa, coordinata dalla dottoressa Gloria Bighi. Tutto il personale amministrativo, "in prestito" dal Polo Universitario di Ravenna, sopperisce all’insufficienza numerica con un impegno meritevole di ogni elogio. Il Centro Interdipartimentale di Ricerca per le Scienze Ambientali di Ravenna può senz’altro considerarsi, per tutti questi motivi, un ottimo investimento dell’Università di Bologna e della città di Ravenna nella cultura e nella ricerca scientifica».