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Le donne di scienza e i Nobel negati

Apre al pubblco sabato 8 marzo, in occasione della Festa della Donna, e resterà visibile fino a giovedì 20 al Museo di Palazzo Poggi la mostra "Nobel negati alle donne di scienza": dodici opere e un video per raccontare le storie di sei studiose che, nonostante gli importanti studi realizzati, non hanno mai ricevuto il prestigioso riconoscimento
Meitner - Opera di Marta Graziato

"Qualche volta il luogo comune secondo cui dietro ogni uomo di successo c'è una grande donna è quantomai vero". La prof.ssa Paola Monari, Prorettore per gli studenti dell'Alma Mater, esordisce con queste parole, presentando la mostra "Nobel negati alle donne di scienza", che proprio in occasione della Festa della Donna, sabato 8 marzo, aprirà al pubblico negli spazi del Museo di Palazzo Poggi (Via Zamboni, 33).

Dodici opere realizzate dalle artiste Marta Graziato e Valentina Gamba dell’Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino e un video tratto dallo spettacolo teatrale "Photograph51", per raccontare la storia di sei scienziate che nonostante i contributi decisivi per il progresso scientifico non sono mai state insignite del premio Nobel.

Istituito nel 1901, il prestigioso riconoscimento scientifico, ha visto fino ad oggi riconosciuti solo undici premi alla scienza al femminile. Su un totale di oltre cinquecento assegnazioni. Tra le scienziate premio Nobel spiccano i nomi dell'italiana Rita Levi-Montalcini e di Marie Curie-Sklodowska, premiata due volte per i suoi studi sulla fisica e sulla chimica, ma non mancano le storie di premi mai assegnati o scippati da colleghi dell'altro sesso. Sei di queste storie sono raccontate dai pannelli esposti fino al 20 marzo al Museo di Palazzo Poggi.

Rosalind Franklin, la biologa molecolare che realizzò la "Photograph 51", immagine che rappresentava il DNA nella sua forma B e che divenne spunto fondamentale per l'elaborazione del "modello della doppia elica". Jocelyn Bell-Burnell, l'astrofisica che lavorando ad un radio telescopio utilizzato per studiare i quasar scoprì la prima pulsar, una stella di neutroni che ruota ad elevata velocità emettendo radiazioni elettromagnetiche ad intervalli regolari. E ancora Lise Meitner e Chien-Shiung Wu, che hanno realizzato lavori fondamentali per lo sviluppo dell'energia nucleare e gli studi sulla radioattività; Annie Jump Cannon, responsabile dello sviluppo del metodo di classificazione stellare; Nettie Maria Stevens, autrice di una ricerca rivoluzionaria per le conoscenze biologiche sulla determinazione ereditaria del sesso attraverso i cromosomi.

"Questa mostra - spiega Paola Manzini, Assesore alla Scuola, formazione professionale, università, lavoro e pari opportunità dell'Emilia-Romagna - è un modo per ricordare i premi Nobel assegnati alle donne, ma anche per riflettere sulle ragioni per cui donne che hanno compiuto ricerche scientifiche di fondamentale importanza non hanno poi ricervuto il riconoscimento dovuto". Ma la mostra è anche un modo per riflettere più in generale sulle pari opportunità oggì, nella vita di tutti i giorni, così come nel mondo accademico. "Al di là di una cultura di pari opportunità sicuramente cresciuta negli ultimi anni - continua l'Assessore Manzini - ancora ci troviamo di fronte a luoghi comuni e meccanismi che si dimostrano resistenti al cambiamento. A fronte di una partecipazione femminile molto alta e spesso di qualità nelle facoltà scietifiche, i dati ci dicono che l'83% dei professori sono maschi".

"Un dato - chiarisce il Prorettore Monari - che risente ancora della presenza delle generazioni più vecchie. La situazione attuale tra i ricercatori mostra un notevole miglioramento e vede una sostanziale parità tra i due sessi. Persistono ancora alcune resistenze e c'è una serie di interventi che si può attuare per aiutare la ricerca al femminile, ma credo che nei prossimi anni al divario tra maschi e femmine in campo accademico andrà progressivamente diminuendo".

La mostra "Nobel negati alle donne di scienza" sarà visibile fino a giovedì 20 marzo, aperta da martedì a venerdì, dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 16, e sabato e domenica, dalle 10,30 alle 13,30 e dalle 14,30 alle 17,30.

Nella giornata di apertura, sabato 8, Festa delle Donne sarà offerta alle ore 16 una visita guidata. Un'ulteriore visita guidata è prevista poi per sabato 15, alle ore 11,30.

Parallelamente alla mostra sono inoltre previste due iniziative realizzate da ScienzaGiovane con il contributo di UniboCultura.

Martedì 11 marzo, alle ore 21, presso l'Aula Absidale di Santa Lucia (Via de' Chiari, 25/a), si terrà la conferenza-spettacolo "Lise Meitner - Microfisica inquieta", una lettura scenica biografica della Compagnia Teatrale TERZADECADE L'aquila Signorina.

Sabato 15 marzo, alle ore 10, nell'Aula D di Viale Berti Pichat 6/2 avrà invece luogo l'incontro "Donne e Scienza", a cura del Gruppo di Comunicazione della Scienza dell’Università di Bologna.