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Siamo tutti pedoni

E' partita la campagna nazionale per la sicurezza degli utenti deboli della strada. Sono più di 600 i pedoni che ogni anno in Itlia vengono uccisi. La campagna si svolge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica
Siamo tutti pedoni

Strade amare per i pedoni italiani. Nel 2007 ne sono stati uccisi 627 e 20.525 feriti. Il 29% dei pedoni ha perso la vita mentre attraversava la strada sulle strisce. Tra i più colpiti ci sono gli anziani. Oltre il 50% delle vittime ha più di 65 anni.

Per richiamare l’attenzione su questa tragedia è partita il 25 marzo, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, la campagna nazionale "Siamo tutti pedoni". Iniziative in tante città italiane, da Bologna a Palermo, da Catanzaro a Roma, da Milano a Cosenza, da Trieste a Bari.

Per tutelare gli utenti deboli della strada serve innanzitutto far crescere la cultura del rispetto per chi cammina. Serve più senso di responsabilità da parte di chi guida. Servono percorsi pedonali protetti, reti di piste ciclabili, l’abbattimento delle barriere architettoniche. Fondamentale è anche mettere in sinergia il lavoro educativo con quello svolto nel campo della prevenzione e della repressione dalle forze dell'ordine. Serve l’utilizzo diffuso delle tecnologie per scoraggiare comportamenti pericolosi. Serve, come per altri paesi europei, l’introduzione dell’obbligo per i conducenti di dare sempre la precedenza anche ai pedoni che si accingono ad attraversare. Serve più attenzione da parte dei costruttori delle auto.

A Bologna è stata realizzata un'installazione d'impatto in Piazza Maggiore. Sul selciato è comparso un finto passaggio pedonale (2.50x10 metri). Sulle strisce macchie rosse a simboleggiare i pedoni morti sulle strade. Sulle zebre sono anche collocati ritagli di giornale che raccontano le tragedie che hanno coinvolto i pedoni.

A Bari e Palermo in due piazze verranno collocate sedie vuote a comunicare l’assenza di tante vite perdute sulle strade. A Roma bambini e anziani sedendosi a terra comporranno la scritta "Strada alla vita". In altre città verranno distribuiti fiori agli automobilisti come "segnale di pace" tra pedoni. Ai conducenti sarà regalato anche un post-it da collocare sul cruscotto con la scritta "Quando guidi rispetta il pedone che è in te!". Perché in fin dei conti anche chi guida è un pedone.

Nel nostro paese anche il semplice attraversamento sulle strisce è un’esperienza a rischio nonostante il pedone abbia il diritto alla precedenza. Non è così negli altri paesi europei dove chi guida si ferma al solo presumere che il pedone voglia attraversare. Il semplice rispetto delle regole da parte di tutti, a partire dai limiti di velocità, renderebbe possibile - subito e a costo zero - la diminuzione drastica delle vittime. Un pedone investito a 30 km orari ha solo il 50% di possibilità di sopravvivere. Il 10% di possibilità se investito a 50 km orari. Oltre i 60 km orari non ha speranza. Vale anche per i ciclisti.

Hanno aderito alla campagna istituzioni, scuole, aziende sanitarie, associazioni. Tra gli altri: Osservatorio per l’Educazione Stradale e la Sicurezza della Regione Emilia-Romagna, Aci, Unione Italiana Ciechi, Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uil Pensionati, Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada, Aice, Auser, Anpas, Anmil, AIAS, Fiaba-Anthai, Asaps, sicurauto.it, Legambiente, Fiab. La campagna è coordinata dal Centro Antartide di Bologna. Tanti soggetti diversi insieme per dire che la strage può essere drasticamente ridotta.