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Adolescenti e globalizzazione: due settimane in Turchia per otto studenti Unibo

Sei università da sei diversi paesi per un totale di 48 studenti. Sono i partecipanti della seconda edizione del programma Erasmus intensivo "Chalid - Challenges to Identity in the Context of Globalization: Multidisciplinary and Multicultural Perspectives". La delegazione italiana, dell’Università di Bologna, racconta la sua esperienza
Adolescenti e globalizzazione: due settimane in Turchia per otto studenti Unibo

"Accolte dai sapori speziati, da un mix di profumi orientali e occidentalizzati siamo arrivate ad Ankara, città patriottica, dove è possibile osservare bandiere in ogni luogo, metropoli che emana in sé differenze, a volte sorprendenti". Si apre così il resoconto degli otto studenti iscritti alla Facoltà di Psicologia dell'Alma Mater che hanno preso parte alla seconda edizione di "Chalid - Challenges to Identity in the Context of Globalization: Multidisciplinary and Multicultural Perspectives", programma Erasmus intensivo (LLP IP Erasmus) coordinato per l'Università di Bologna dalla professoressa Elvira Cicognani.

Assieme a quelli dell'Alma Mater (Giulia Cesetti, Giulia Monti, Bianca Vivit, Matilde Zavalloni, iscritte al III anno del Corso di Laurea Triennale, Ornella Lastrina, Valentina Gasperini, Cecilia Manzini, e Gaia Vitali Roscini, iscritte al II anno), c'erano studenti in arrivo da: Università Mykolo Romerio di Vilnius (Lituania), referente del progetto, Università di Utrecht (Olanda), Università di Porto (Portogallo), Università di Lunds (Svezia) e Università di Baskent (Turchia) di Ankara, che ha ospitato quest'anno il corso (dal 14 al 27 marzo). In totale 48 studenti e 12 docenti (oltre alla prof.ssa Cicognani per Unibo era presente il prof. Luca Pietrantoni) che hanno creato un ambiente multiculturale in cui confrontarsi su temi che li riguardano da vicino, come le problematiche dello sviluppo dell’identità in età giovanile, alla luce dei profondi cambiamenti che l’Europa sta attraversando, per effetto dei processi di globalizzazione e dell’intensificazione dei contatti e scambi fra culture e paesi diversi. "La formazione dell'identità negli adolescenti nel contesto della globalizzazione" era il tema del progetto.

"Nella prima settimana - raccontano gli studenti - abbiamo beneficiato della preparazione di eccellenti docenti provenienti dalle sei diverse parti d'Europa, sopra menzionate, i quali hanno tenuto le lezioni in lingua inglese, che hanno toccato diversi argomenti concernenti il tema principale del progetto. Le lezioni, sempre interattive, iniziavano alle nove del mattino e avevano termine alle cinque e mezza del pomeriggio. A partire dalla seconda settimana è iniziato il field work, il lavoro sul campo, abbiamo così avuto la possibilità di sperimentare concretamente cosa significhi realizzare una ricerca, muniti di un grande spirito di collaborazione abbiamo dato vita ai nostri progetti, riguardanti aspetti differenti del senso di appartenenza, indagato con metodologie diverse. Noi studenti, provenienti da molte facoltà, Psicologia, Sociologia, Pedagogia, Scienze Umane, accomunati da un background comune, abbiamo avuto la possibilità di intenderci sempre e condividere, al tempo stesso, idee e pensieri, scambiare conoscenze e metodi di lavoro".

Un'occasione non solo di approfondimento degli argomenti trattati, ma anche di conoscenza profonda degli altri, nelle reciproche similitudini e differenze. Qualcosa di più. "Se solo qualcuno avesse filmato i nostri volti, i gesti, le parole dette e quelle mal comprese, le risate e la stanchezza avrebbe inoltre notato qualcosa in più, un valore aggiunto, sembrava che, in qualche modo, la conoscenza prendesse corpo in quella condivisione multiculturale, in quell'interazione costante tra docenti e studenti, tra persone educate alla civiltà e al dialogo, alla democrazia, le quali, forse, avevano in loro acquisito il desiderio di conoscere e di condividere tale conoscenza nel senso etimologico del termine: prendere con sé".

"Tutto questo - concludono gli studenti - lascia forse trapelare quanto siano importanti i contesti, i contesti nei quali siamo chiamati a vivere e ad agire, i contesti di formazione. Se solo fosse possibile creare tanti contesti come questo, forse qualcosa cambierebbe davvero, forse la conoscenza avrebbe la meglio sulla convenienza, forse l'accettazione reciproca non resterebbe un’utopia, nelle mani di qualche don Chisciotte che si ostina a combattere contro mulini a vento, ma naturale realtà".

Un'esperienza insomma profonda e importante sotto diversi aspetti, e che continuerà, con nuovi studenti, anche l'anno prossimo, quando sarà proprio l'Università di Bologna, con la sua Facoltà di Psicologia, ad organizzare il programma del corso.