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Una casa funeraria per Bologna? Spazi per la ritualità funebre tra archetipi e neotipi

Nell'ambito della mostra Tanato Space Exhibition, allestita allo Urban Center di Bologna fino a sabato 20 luglio, un simposio per mettere a fuoco le strategie che le città stanno adottando per migliorare la qualità dei servizi funerari offerti
Una casa funeraria per Bologna? Spazi per la ritualità funebre tra archetipi e neotipi

Domani pomeriggio, giovedì 11 luglio, alle 17,30, la Sala Atelier della Salaborsa ospita il simposio "Una casa funeraria per Bologna? Spazi per la ritualità funebre tra archetipi e neotipi", organizzato nell'ambito della mostra Tanato Space Exhibition.

Nello stato di sofferenza in cui versano molte strutture obitoriali in Italia (Bologna compresa) con spazi inadeguati all’intensità emotiva dell’evento e altrettanto sottodimensionati rispetto agli attuali indici di mortalità della popolazione, il simposio si propone di mettere a fuoco le strategie che le città stanno adottando per migliorare la qualità dei servizi funerari offerti, tra nuove caratteristiche delle domanda e nuovi profili del comparto imprenditoriale specifico, di cui le case funerarie che stanno sorgendo in Italia sono il tratto prevalente.

Su queste tematiche, per tratteggiare i cambiamenti delle consuetudini e la risposta delle comunità urbane e delle amministrastrazioni, interverranno: Rossana Becarelli (medico, direttore sanitario dell’Ospedale San Giovanni Vecchio a Torino), Roberta Fusari (architetto e assessore all’Urbanistica del Comune di Ferrara), Riccardo Malagoli (assessore ai Lavori pubblici del Comune di Bologna), Mauro Felicori (capo del Dipartimento Economia e promozione della città del Comune di Bologna), Maurizio Tagliaferri (professore di Storia della Chiesa presso la Facoltà Teologica dell'Emilia Romagna di Bologna), Carmelo Pezzino (responsabile del Centro Studi Oltre e direttore della rivista specializzata "Oltre Magazine"), Giovanni Ginocchini (direttore dell’Urban Center di Bologna). Gli interventi saranno moderati da Luigi Bartolomei, ricercatore al Dipartimento di Architettura dell’Università di Bologna e responsabile scientifico del progetto "Tanato Space".