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Riscoprire Carducci passeggiando alla Certosa

Il cimitero della Certosa ospiterà una serie di percorsi didattici, dedicati alle scuole medie inferiori e superiori, per riscoprire attraverso i sepolcri la storia, l'arte e la letteratura della Bologna di fine '800
Giosuè Carducci

La città dei vivi incontra la città dei morti. No, non è la trama dell'ultimo film di Tim Burton, è invece ciò che avverrà dal 19 marzo al 27 maggio, quando si attiveranno i percorsi didattici guidati alla Certosa di Bologna, dedicati agli studenti delle scuole medie inferiori e superiori.

Per celebrare il centenario della morte di Giosuè Carducci, che cadrà il prossimo 16 febbraio, e per promuovere allo stesso tempo la riscoperta del patrimonio artistico custodito dal cimitero della Certosa, infatti, il Comune di Bologna - Progetto Nuove Istituzioni Museali, con il contributo, tra gli altri, dell'Università di Bologna, promuove l'iniziativa "Giosuè Carducci e i carducciani alla Certosa di Bologna. Percorsi didattici guidati per le scuole medie inferiori e superiori".

Passeggiando attraverso i sepolcri del Campo Carducci e visitando le tombe dei tanti personaggi che resero grande Bologna nella seconda metà del XIX secolo, i giovani studenti avranno la possibilità di conoscere, attraverso un punto di vista insolito quanto affascinante ed evocativo, una porzione fondamentale della storia e dell'arte cittadina.

"Tutti i ragazzi - spiega Gian Mario Anselmi, Direttore del Dipartimento di Italianistica dell'Alma Mater - durante il loro percorso scolastico studiano 'I sepolcri' di Ugo Foscolo e si trovano a confrontarsi con gli affetti ed il ricordo delle persone scomparse. Questa iniziativa, partendo dalla stessa prospettiva, permette di riscoprire grandi figure e grandi opere d'arte della città di Bologna". Lo stesso Carducci durante la sua prolungata residenza in città ha dimostrato di amare particolarmente il cimitero della Certosa, includendolo tra i luoghi a lui più cari e dedicandogli anche la poesia "Fuori alla Certosa di Bologna".

Carducci, dunque, come grande artista cittadino, ma anche come figura centrale di un'epoca particolarmente felice per Bologna. "Giosuè Carducci - racconta ancora Anselmi - è stato grandissimo promotore culturale della città. Attorno a lui si è sviluppata una cerchia di artisti, studiosi, accademici che hanno permesso a Bologna di vivere una stagione di straordinaria vitalità. Gli studenti avranno la possibilità di conoscere grandi personaggi, i cui nomi sono evocati tutti i giorni anche dalla toponomastica cittadina: Augusto Righi, Giovanni Marchetti, Carlo Pepoli, Giovanni Gozzadini, Francesco Acri ed altri ancora".

Ma non c'è soltanto la storia, l'arte, la letteratura. La Certosa è pur sempre un cimitero. Sia prima dell'inizio delle visite che alla loro conclusione, allora, ci sarà l'occasione per gli studenti di ascoltare interventi sulle tematiche tanatologiche e di incontrare uno psicologo che possa accompagnarli nell'elaborare l'esperienza vissuta.

"Trovo che questa iniziativa - spiega il Prof. Francesco Campione, docente di Psicologia Clinica all'Università di Bologna e Direttore dell'Istituto di Tanatologia e Medicina Psicologica - sia uno strumento molto originale per contrastare un processo sempre più presente soprattutto tra le nuove generazioni: la rimozione della morte. Poiché il punto di partenza di questo processo è proprio la rimozione dei cimiteri, riavvicinare la città dei vivi alla città dei morti atraverso i giovani può essere un contributo molto importante nella giusta direzione".

Tre sono le modulazioni che gli insegnanti possono scegliere per il percorso didattico: artistica, storica oppure letteraria. Le visite alla Certosa, così come gli incontri e i seminari, sono gratuiti. Le prenotazioni rimarranno aperte fino al 16 marzo.