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Olio d'oliva e salute: le risposte di Eurolive

La Comunità Europea chiede di definire claims salutistici precisi per l’olio di oliva: lo studio Eurolive fornisce risposte essenziali, con la collaborazione dell’Università di Bologna

Le malattie cardiovascolari sono oggi la più frequeste causa di mortalità e morbilità in Italia e in Europa. Nonché una delle principali cause di invalidità. L'arterosclerosi, patologia cronico-degenerativa sistemica e multifattoriale, è una dei responsabili principali di queste malattie.

Elemento fondamentale di una prevenzione efficace è sicuramente un'alimentazione corretta, soprattutto per quanto riguarda la quantità e la tipologia dei grassi ingeriti. Non è più sufficiente il semplice suggerimento di ridurre la quantità assoluta di grassi nella dieta, ma si delinea sempre di più la necessità di fornire ai pazienti ed alla popolazione generale suggerimenti specifici rispetto alla singola tipologia di grasso ed al mezzo con cui assumerli. Se l’apporto di grassi saturi, infatti, di per sé facilita l’ossidazione delle particelle di colesterolo LDL, rendendolo ancora più aggressivo verso le arterie rispetto a quanto già al livello basale, è anche vero che l’assunzione degli stessi grassi all’interno di una dieta ricca di antiossidanti ne tampona l’effetto pro-ossidante.

In questo contesto, nella così detta dieta mediterranea, di per sé ricca in antiossidanti, la fonte ottimale di grassi è costituita dall’olio d’oliva: povero in grassi saturi e ricco in molecole antiossidanti (in particolare i fenoli). Un consumo costante dei polifenoli dell’olio di oliva risulta associato ad una serie di effetti benefici sulla salute come la riduzione del rischio di cardiopatia ischemica, insorgenza del carcinoma mammario ed anche un miglior controllo della pressione arteriosa.

E’ in questo contesto che si situa il progetto Eurolive (The effect of olive oil consumption on oxidative damage in European populations), studio clinico-nutrizionale, promosso e sponsorizzato dalla Comunità Europea sui fondi del V Programma Quadro, rivolto ad analizzare gli effetti a breve e lungo termine dell’olio di oliva e dei suoi componenti fenolici sull’assetto lipidico, sui danni ossidativi dei lipidi e sulla prevenzione dell’ossidazione delle LDL.

Lo studio Eurolive è uno studio clinico randomizzato, cross-over che ha testato 3 oli di oliva differenti solo per il contenuto fenolico: alto (HPC, 366 mg/Kg), medio (MPC, 164 mg/Kg) e basso (LPC, 2.7mg/Kg). Questi oli sono stati somministrati a 200 maschi caucasici sani e non fumatori (età media: 33.1 ±10.6 anni) reclutati in sei centri di cinque paesi Europei (Copenhagen, Danimarca; Kupio, Finlandia; Postdarm, Germania; Berlino, Germania; Barcellona, Spagna; e Bologna, Italia). Ad ogni fase dello studio è coincisa la raccolta di un’amplissima messe di dati, che includeva misurazioni antropometriche, della pressione arteriosa (sistolica, diastolica, differenziale), dell’assetto lipidico/lipoproteico e glucidico, della composizione in acidi grassi ed antiossidanti delle lipoproteine circolanti, del colesterolo LDL ossidato circolante, degli antiossidanti plasmatici ed urinari (tirosolo e idrossitirossolo, usati peraltro come marcatori biologici di compliance), di dati relativi all’attività fisica degli individui (Minnesota Leisure Physical Activity Questionnaire) e delle abitudini alimentari (Seven Days Questionnaire).

I risultati principali di impatto pubblico dello studio sono stati:
1) Il contenuto in polifenoli condiziona la capacità dell’olio di oliva di aumentare la quantità di colesterolo HDL circolante (maggiore il contenuto di polifenoli e maggiore la crescita dell’HDL, con parallela riduzione del rapporto di rischio colesterolo totale/HDL);
2) Il contenuto in polifenoli condiziona la capacità dell’olio di oliva di ridurre i marcatori plasmatici di stress ossidativo (maggiore il contenuto di polifenoli e minore il livello dei biomarkers di ossidazione);
3) Il consumo dell’olio di oliva di per sé, indipendentemente dal contenuto fenolico, modifica la composizione in acidi grassi delle LDL, incrementando in modo assolutamente significativo il loro contenuto in acido oleico e acido palmitico: in termini di contenuto relativo di acidi grassi nelle LDL questo corrisponde in un aumento nel rapporto acidi grassi monoinsaturi (MUFA)/acidi grassi polinsaturi (PUFA) in grado di ridurre l’ossidabilità delle LDL e di conseguenza la loro aterogenicità (al contrario le LDL arricchite in acido linoleico sono più vulnerabili all’ossidazione mediata dai radicali liberi);
4) Tutti gli oli di oliva migliorano l’equilibrio del glutatione tra le forme ridotte e ossidate, il maggior meccanismo endogeno di protezione cellulare contro gli stress ossidativi, indipendentemente dal contenuto in fenoli;
5) Il consumo dell’olio di oliva di per sé sembra essere associato ad una lieve ma significativa riduzione della pressione arteriosa sistolica (3%), indipendentemente dal contenuto in fenoli.

Il disegno e la conduzione dello Studio Eurolive hanno molti punti di forza. Fra questi in primis la struttura multicentrica-multistato, l’ampio campione di soggetti reclutati ed il suo disegno. Il disegno cross-over ha permesso di includere gli stessi pazienti negli diversi interventi di olio di oliva, minimizzando cosi le interferenze con altre variabili confondenti. Il nostro studio ha avuto un alto tasso di adesione dei partecipanti arruolati (91% di quelli che hanno iniziato il protocollo lo hanno completato) con una buona compliance ai trattamenti dello studio.

Ovviamente sono chiare anche alcune limitazioni dello studio. Una di queste è stata l’impossibilità a determinare se una interazione tra i componenti dell’olio di oliva e altri dalla dieta ha potuto aver importanza per i cambiamenti osservati nei fattori di rischio cardiovascolari. Inoltre le misure di consumo alimentare dipendevano da un’autoannotazione ed erano quindi soggettive. Un’altra limitazione è la breve durata dei periodi di intervento. Non si sa se effetti addizionali o diversi avrebbero potuto essere osservati su un periodo più lungo. Una durata maggiore dello studio tuttavia avrebbe potuto compromettere la compliance dei partecipanti.

Infine abbiamo osservato in precedenza come i cambiamenti nella composizione delle LDL pur in linea con dati presenti nella letteratura siano apparsi quantitativamente meno evidenti. Il principale motivo del cambiamento nelle LDL meno rilevante nel nostro studio è presumibilmente la cornice fisiologica della ricerca, e in particolare la simulazione di una assunzione reale di olio di oliva in maschi sani. Infatti la maggior parte degli studi condotti in passato sono stati effettuati su pazienti ipercolesterolemici o ipercolesteromici-ipertriglicemici, che per definizione hanno un metabolismo lipidico anomale, oppure sono stati testati olii addizionati o raffinati o somministrati a dosaggi incompatibili con l’uso alimentare quotidiano.