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Microscopia virtuale

La preziosa collezione di preparati di Patologia Generale, i famosi vetrini, raccolti dal prof. Eugenio Bonetti negli anni '60, vengono preservati e resi immortali grazie alle tecnologie digitali. Attorno a loro nascerà un vero e proprio modulo di formazione a distanza
Vetrino

Per la prof. Maria Giulia Battelli fare una diagnosi è un po’ come fare il detective: bisogna riconoscere segni, raccogliere indizi, concatenarli. L’osservazione ha un ruolo fondamentale e va allenata fin da subito in chi vuole fare il medico. Per questo la docente di Patologia Generale ha realizzato un progetto molto ambizioso. Digitalizzare e rendere maggiormente fruibili anche a distanza i materiali di studio che servono ad allenare l’occhio e la capacità di indagine dei futuri medici: i preparati da laboratorio.

"Il progetto nasce dalla mia attività didattica ed è un percorso che parte da lontano", spiega la docente. "Quando frequentavo come studentessa il dipartimento, studiavo sui preparati raccolti pazientemente dal prof. Bonetti, che fu direttore dell’Istituto di Patologia Generale dal '64 all’'86. Si tratta di una collezione preziosa, perché in grado di presentare casi di studio per così dire perfetti, in cui i tratti delle patologie da riconoscere sono ben evidenziati". Un corollario fondamentale allo studio dei testi e alle descrizioni delle patologie presenti sui libri. "Non tutti i corsi di Patologia Generale in Italia - spiega ancora - fanno ricorso ai vetrini per la preparazione degli studenti. Patologia Generale è un esame del terzo anno, ancora in fase preclinica. Spesso l’osservazione dei vetrini è affidata ad esami che si trovano in fasi più avanzate del percorso di studi, come Anatomia Patologica. Qui da noi invece, tradizionalmente, l’uso dei vetrini è sempre stato importante".

Eppure il meraviglioso patrimonio raccolto rischiava di deteriorasi. Nel corso degli anni i vetrini oltre a rompersi possono anche mutare naturalmente, ad esempio, nel colore. Per questo motivo la prof. Battelli ha deciso, già a partire dalla metà degli anni '90, di preservarli attraverso la digitalizzazione. "Ho incominciato a trasferire in digitale immagini selezionate, realizzando una prima raccolta in cd-rom. Poi, grazie ad alcuni finanziamenti, ho pensato di andare alla ricerca di un software che mi permettesse di fare qualcosa di più complesso. Un microscopio ottico, dotato di telecamera digitale, che fosse collegato ad una specie di tavolino mobile che, azionato da un computer, permettesse di spostare i vetrini e immortalarli secondo precise scansioni".

Questo in sintesi il racconto del progetto che ha permesso la digitalizzazione e l’archiviazione del materiale raccolto in un sito web. I primi settanta vetrini sono già sul web, e gli studenti, dopo l’autenticazione (da richiedere alla docente), possono accedervi. Preparati virtuali da indagare, ingrandire (fino a 40x), comparare, analizzare. Oltre ovviamente al vantaggio che ciascuna di queste attività può essere effettuata fuori dal laboratorio.

E non è tutto. Oltre alla messa in rete dei vetrini il progetto prevede anche la produzione di una serie di video (brevi lezioni) su ciascuno di essi, oltre a un test di autoapprendimento. Al termine, previsto per gennaio, prenderà vita un vero e proprio modulo formativo di e-learning. "Il laboratorio attuale è di due crediti - conclude la prof. Battelli - ma già dall’anno prossimo uno dei due potrà essere fruito a distanza".