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Tra le duecento migliori università al mondo, l'Alma Mater è la prima delle italiane

Scalando in un anno trentaquattro posizioni, l'Università di Bologna entra nella Top 200 della prestigiosa "World University Rankings" e si colloca prima tra gli atenei italiani

L'Università di Bologna, scala in un anno trentaquattro posizioni ed entra nella Top 200 del "World University Rankings", la classifica delle migliori università del mondo stilata dal prestigioso Times Higher Education Supplement, in partnership con Quacquarelli Symonds Ltd.

 

La "THES - QS World University Rankings", pubblicata ogni anno dal noto settimanale inglese specializzato in tematiche relative all'istruzione superiore, è nata nel 2004 ed è presto diventata una tra le più autorevoli e citate classifiche universitarie mondiali.

 

Nella classifica relativa all'anno in corso, pubblicata in questi giorni all'interno dell'ultimo numero del Times Higher, l'Alma Mater è prima tra gli atenei italiani. Unico connazionale a farle compagnia assieme alle duecento migliori università del mondo è, staccata di dieci posizioni, l'Università degli Studi di Roma La Sapienza.

 

Rispetto al 2006, quando l'Università di Bologna figurava di poco fuori dal cerchio delle migliori duecento, il balzo in avanti salta agli occhi con evidenza: trentaquattro posizioni scalate, fino a raggiungere il 173° posto, a parimerito con la University of Groningen, Olanda. Tante e prestigiose le università superate nel corso dell'ultimo anno, dall'Università Sorbona di Parigi, all'Università di Barcellona, dall'Università di Oslo, fino alla giapponese Kobe University.

 

Guadagna posizioni anche l'altra italiana in classifica, l'Università La Sapienza di Roma, che l'anno passato era 197°, mentre si attesta oggi 183°, esattamente dieci posti indietro rispetto l'Alma Mater.

 

Per quanto riguarda il resto della graduatoria, le università americane ed inglesi continuano a dominare la Top 10, con Harvard, Cambridge e Oxford ad occupare le prime tre posizioni e la new entry UCL - University College London, che raggiunge il 9° posto (era al 25° nel 2006). Unica debacle significativa nella testa della classifica è quella che coinvolge il prestigioso MIT - Massachusetts Institute of Technology, che perde sei posizioni scendendo dal 4° al 10° posto.

 

Ma il MIT non è l'unico a registrare cali significativi nella classifica. Perdono posizioni anche altri prestigiosi istituti, come la Stanford University (dal 6° a 19° posto), le università californiane di Berkeley (dal 8° a 22°), Los Angeles (dal 31° a 41°) e San Diego (dal 44° a 58°), la University of Toronto (dal 27° a 45°), la London School of Economics (dal 17° a 59°), fino all'Università di Ginevra, Svizzera, che se l'anno scorso era 39°, si ritrova oggi alla posizione 105.

 

La classifica del Times è basata su parametri che tengono in considerazione gli esiti di una peer review ovvero i giudizi di ricercatori attivi in egual numero per science, medicine, technology, social sciences, arts and humanities, i risultati di una rilevazione dei giudizi di "reclutatori" di laureati, il numero delle citazioni ottenute dai ricercatori, il rapporto percentuale tra docenti e studenti e l’internazionalizzazione. Da quest'anno vengono presi in considerazione anche offerta formativa, programmi di scambio, servizi agli studenti, ma anche informazioni di tipo finanziario e statistico.

 

"Una grande soddisfazione – ha commentato il Rettore Calzolari -, un risultato che mi attendevo. La classifica è il frutto di un’analisi complessa che prende in considerazione ricerca e internazionalizzazione, funzionalmente separate, ma in realtà strettamente collegate tra loro. Se si punta alla qualità della ricerca è il mondo internazionale che ci gratifica". Il 173° posto dell’Alma Mater è ancora più considerevole se si pensa che le università sono 4000 solo in Europa e arrivano a superare le 20.000 al mondo.

 

"L’università di Bologna – è il commento del Pro Rettore alle relazioni internazionali Roberto Grandi - all’interno delle singole voci che concorrono al punteggio finale ha ottenuto buone performance in tre settori: le opinioni dei ricercatori esperti dei singoli settori disciplinari, il parere delle agenzie di reclutamento dei laureati e le citazioni scientifiche dei docenti del nostro ateneo. In questi tre settori, importanti per definire la qualità scientifica di un ateneo siamo poco oltre i primi cento nel mondo.

Siamo invece penalizzati sia in riferimento alla presenza di docenti stranieri e di studenti stranieri regolarmente iscritti (pur in incremento) sia al rapporto tra numero di docenti e numero di studenti. Questi dati ci offrono una indicazione su dove migliorare: nel processo di internazionalizzazione attraverso anche interi corsi di studio in lingua straniera con docenti stranieri e un numero superiore all’attuale di studenti non italiani e nel riequilibrio tra copro docente e studenti. Una ulteriore penalizzazione fa riferimento alla non considerazione degli studenti di scambio come indice di internazionalizzazione. Questa scelta dipende anche dall’origine inglese della classifica, un paese in cui la percentuale di studenti che si recano all’estero è tra le più basse.

Nelle classifiche delle 50 prime università del mondo in relazione alle diverse discipline mi pare significativo che l’Alma Mater sia collocata al 47esimo posto nelle discipline umanistiche (Arts & Humanities)" .

 

Questa mattina il Ministro dell'Università e Ricerca Fabio Mussi ha raggiunto telefonicamente il Rettore Calzolari per complimentarsi personalmente, con l'intera Università di Bologna, per i risultati raggiunti.