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La matita di Nasica, il pennello di Majani

Si apre a Budrio il 4 ottobre la mostra "Augusto Majani, pittore, illustratore e uomo di spirito", che rivela aspetti finora sconosciuti dell'arte del celebre disegnatore e caricaturista.
Dal 4 ottobre 2002 il Comune di Budrio (Bologna) si inserisce nel panorama espositivo italiano con la mostra "Augusto Majani, pittore, illustratore e uomo di spirito", dedicata all'artista budriese finora noto, con lo pseudonimo di Nasica, quasi esclusivamente come caricaturista e illustratore, e di cui per la prima volta viene esposta anche la ricchissima produzione pittorica, fino ad oggi pressocchè sconosciuta. La mostra, che proseguirà fino al 15 dicembre, si articola in quattro sezioni, dedicate ai diversi aspetti dell'arte di Augusto Majani. "Il Majani pittore", nell'ex chiesa di San Domenico, è una spettacolare e sorprendente esposizione dove trovano posto circa novanta dipinti, cromaticamente vivissimi e di grandi dimensioni, in gran parte inediti provenienti da collezioni private, che coprono l'intera vicenda pittorica di Majani: questo notevole patrimonio pittorico è stato una vera sorpresa, rintracciato dai curatori della mostra grazie a un paziente lavoro di ricerca e di studio, compiuto anche in base alla documentazione autografa di Majani, acquisita recentemente dal Comune di Budrio insieme a pubblicazioni, disegni, dipinti e all'album di fotografie con cui l'artista documentava le sue opere e la loro destinazione. Le opere esposte, come "Mentana", o il monumentale pannello art nouveau "L'Agricoltura" oppure il meditativo "Estate montanina", o come i dipinti dell'ultimo periodo, luminosissimi e dai toni squillanti, descrivono bene l'evoluzione dell'artista, che nell'arco di settant'anni - dal 1890 alla fine degli anni '50 - passò dal Postimpressionismo al Simbolismo (di cui Majani fu uno dei maggiori esponenti in Italia) fino al realismo. Nelle settecentesche sale affrescate della Biblioteca Comunale "Augusto Majani-Nasica" è esposta tutta la produzione editoriale, che costituisce la sezione "Majani e l'editoria": i libri editi dalla storica Casa Editrice Zanichelli, per la quale Majani disegnò per decenni illustrazioni e copertine, dando corpo e forma ai caratteri bolognesi del Sgner Piréin di Antonio Fiacchi e della Sgnera Cattareina di AlfredoTestoni, illustrando gli scritti di Olindo Guerrini-Lorenzo Stecchetti e di una lunga serie di autori minori; i lavori per l'editore e amico Formiggini di Modena, per il quale realizzò "La secchia rapita" del Tassoni; i moltissimi giornali ai quali collaborò, a cominciare dal primo, "Il Resto del Carlino" allora appena fondato, ai periodici umoristici o di satira politica ai quali collaborò, i bolognesi "Ehi! ch'al scusa" e "Bologna che dorme", di cui disegnò quasi tutte le elegantissime copertine liberty, "Il Travaso", "Italia ride", "Il punto", "Il Corriere dei Piccoli". Il tema dell'illustrazione prosegue nella Pinacoteca Civica "Domenico Inzaghi", dove sono esposte le oltre 100 tavole originali, a colori e in bianco e nero, della "Secchia rapita", un autentico capolavoro del disegno umoristico, pubblicato nel 1918 dall'editore Formiggini, e il grande trittico sullo stesso tema. Infine "L'opera grafica", nella Chiesa di Sant'Agata, raccoglie la parte più conosciuta dell'attività dell'artista, oltre 400 tra disegni, litografie, manifesti pubblicitari, bozzetti e figurini teatrali. Sono esposte in gran numero le caricature, una sfilata delle figure più in vista della cultura e della politica dell'epoca, ma anche popolani, personaggi eccentrici e volti noti - intellettuali, artisti, giornalisti, professori- acuta testimonianza della società italiana, e più specificamente bolognese, tra Ottocento e Novecento. Insieme, i disegni, particolarmente quelli per i manifesti e gli avvisi pubblicitari (dei quali Majani fu anche copywriter ante litteram) rivelano uno dei grafici più interessanti dell'Art Nuoveau italiana, dal segno netto, veloce, elegante. L'organizzazione della mostra, che ha richiesto vari anni, ha avuto come esito un'esposizione veramente esauriente sull'arte e sulla figura di Augusto Majani: i numeri - 90 dipinti, oltre 600 tra disegni, caricature e bozzetti, una quantità imprecisata di manifesti, cartoline, libri e scritti autografi - danno un'idea solo approssimativa dello sforzo sostenuto dal Comune di Budrio, che, sotto gli auspici della Regione Emilia Romagna e della Provincia di Bologna e con il patrocinio della Presidenza della Repubblica è riuscito a trasformare quella che doveva essere una mostra a carattere locale in un evento di portata nazionale.