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L'Alma Mater porta a Ravenna la Colonna dei Francesi

In Piazza del Popolo una riproduzione in scala reale del monumento che ricorda la battaglia di Ravenna del 1512. A realizzarla è stata la Scuola superiore di Studi sulla città e il territorio dell'Università di Bologna
Installata a Ravenna la Colonna dei Francesi

Venerdì scorso, 6 luglio, in Piazza del Popolo a Ravenna è stata installata una riproduzione in scala reale della Colonna dei Francesi, monumento che commemora la battaglia che si svolse a Ravenna nel 1512 tra le truppe pontificie e spagnole da una parte e le truppe francesi di Gastone de Foix dall'altra. L'originale si trova sull'argine destro del fiume Ronco, in località Madonna dell’Albero.

La riproduzione installata in città è stata commissionata dall'associzione culturare "La Colonna" per celebrare il cinquecentesimo anniversario della battaglia. A realizzarla è stata la Scuola superiore di Studi sulla città e il territorio dell'Alma Mater, che ha coinvolto nel lavoro il Centro interdipartimentale di Ricerca industriale Edilizia e costruzioni - Unità operativa di Recupero e restauro, il Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e dei materiali e il Dipartimento di Architettura e pianificazione territoriale.

La battaglia di Ravenna
L’11 aprile 1512, giorno di Pasqua, l’esercito francese, guidato dal giovanissimo comandante Gaston de Foix
, duca di Némours e nipote di Luigi XII, alleato dei duchi Estensi, affrontò e vinse presso Ravenna le truppe della Lega Santa composta dalle forze pontificie di Giulio II, alleate a truppe spagnole e del regno di Napoli.

Pochi giorni prima, il 7 aprile, De Foix aveva accampato le sue forze a poca distanza da Ravenna e il giorno successivo arrivò alle mura della città: l’artiglieria degli Estensi aprì una breccia tra Porta Gaza e Porta S. Mamante, ma la difesa dei ravennati fu tale da respingere ripetutamente i francesi.

La mattina dell’11 aprile, varcato il fiume Ronco, le truppe di De Foix attaccarono quelle della Lega Santa, che nel frattempo si erano accampate sulla destra del Ronco in località Molinaccio (oggi S. Bartolo). La battaglia si spense nel pomeriggio e vide la vittoria dei francesi, al prezzo di numerosissime perdite da entrambe le parti. De Foix cadde sul campo proprio nel momento in cui le truppe della Lega si ritiravano: la sua morte determinò l’arresto sul piano strategico della spedizione francese, poi destinata ad abbandonare l’Italia.

Ravenna, nonostante le trattative in corso per la resa, fu saccheggiata: un episodio che si sommò alla drammaticità degli eventi di quei giorni e che ebbe un impatto devastante sull’architettura cittadina e sulle vite dei ravennati. Al disastro si aggiunse il grave problema di igiene, culminato nello scoppio di un’epidemia, dovuto alle migliaia di morti insepolti. Tale fu il peso dell’episodio nell’immaginario popolare che i cronisti tramandano, per i giorni del saccheggio, notizie di prodigi naturali, miracoli, apparizioni di diavoli, presagi e altri fatti strabilianti.

La battaglia ebbe ampia eco già all’epoca, ed è storicamente rilevante anche in quanto, con il ruolo decisivo dell’artiglieria, segna il momento di passaggio tra guerra medievale e moderna. Gli episodi di virtù cavalleresca e l’immagine romanzata dell’ardore dei partecipanti, tramandati da molte fonti, stridono infatti pesantemente con il massacro dovuto alle armi da fuoco.

La Colonna dei Francesi
A ricordo della battaglia, nel 1557, per volere del cardinale Pier Donato Cesi, fu eretta la Colonna dei Francesi in onore dei caduti di entrambe le parti
, sul punto in cui presumibilmente si era schierato l’esercito francese. Il monumento fu interrato alla fine del Settecento, spostato di circa 50 metri, sull’argine del fiume, intorno al 1850, e infine risistemato su un piedistallo in cemento a un livello più alto nel 1972.

Si tratta di un massiccio pilastro a base quadrata, in pietra d’Istria, con capitello ionico sormontato da un dado su cui è posta una sfera. Sui quattro lati del basamento altrettante iscrizioni in latino ricordano la data della battaglia, il suo contesto, la data della dedica, il committente. La colonna è ornata da raffinati arabeschi a candelabro in basso-rilievo, entro i quali sono inseriti ovali che recano iscritte descrizioni della battaglia e del saccheggio della città. La forma complessiva del monumento evoca l’impugnatura di una spada conficcata nel terreno intriso dal sangue dei caduti. L’autore, ignoto, si presume di scuola lombarda, ai cui canoni sembrano aderire le pregevoli decorazioni.

Il rilievo tridimensionale
Il rilievo della colonna è stato effettuato utilizzando le più moderne tecnologie di acquisizione disponibili - in particolare la scansione 3D e la fotogrammetria digitale -
ed è approdato ad un modello tridimensionale ad alta definizione che costituisce la migliore documentazione geometrica dell’opera. La realizzazione di un modello numerico consente di supportare molteplici studi sull’oggetto, di effettuare da computer qualsiasi tipo di misura e visualizzazione interattiva, di consentirne la riproduzione esatta in copia, anche a scala diversa: permette di catturare e fissare in modo permanente lo stato dell’opera. Sono stati usati due scanner con differenti principi di funzionamento, caratteristiche operative e precisioni. Entrambi consentono di avere come prodotto una nuvola densissima di punti tridimensionali che descrivono nei minimi dettagli la superficie dell’oggetto indagato. A partire da questa nuvola si genera il modello di superficie, che può essere anche utilizzato da una macchina a controllo numerico per una riproduzione fedele dell’oggetto.

Il primo scanner si presta maggiormente per una lettura di insieme: è infatti uno strumento laser a scansione con tecnologia "a tempo di volo", caratterizzato da elevata versatilità e produttività. Acquisisce oltre 120mila punti al secondo con una precisione intorno ai 3-5 millimetri. Per generare un modello tridimensionale fedele e accurato dei motivi decorativi che ornano i lati della Colonna, è stato utilizzato invece un secondo scanner tridimensionale che non utilizza il segnale laser ma una proiezione di luce strutturata. Questo sistema è caratterizzato da una accuratezza sui punti di 0,1 millimetri.

Per produrre una documentazione completa dell’oggetto, è stato infine effettuato un rilievo fotogrammetrico autonomo, sia da terra che sfruttando il carrello elevatore, che ha portato, dopo una fase di elaborazione condotta in laboratorio con sofisticate stazioni fotogrammetriche digitali, alla generazione, per ogni lato della Colonna, di un ortofoto mosaico digitale ad alta risoluzione (dimensione del pixel sull’oggetto pari a 0,5 mm). Questo prodotto fotogrammetrico permette di coniugare il contenuto radiometrico della fotografia con l’informazione metrica del rilievo. Le quattro ortofoto della colonna sono state successivamente rielaborate al fine di perfezionarne la resa grafica.

Il gruppo di lavoro dell’Università di Bologna, coordinato da Massimiliano Casavecchia e Luca Cipriani, all’interno del Laboratorio sulla Città e il territorio, ha visto impegnati per la ricerca sulle fonti Matteo Zaccarini del CIRI, per il rilievo e la modellazione tridimensionale il gruppo di ricercatori del DICAM coordinati da Gabriele Bitelli composto da Maria Alessandra Tini, Valentina Alena Girelli, Fabrizio Girardi, Paolo Conte, Alessandro Lambertini, Gennaro Vecchiarino, per l’elaborazione delle immagini Anna Maria Manferdini del DAPT, per la segreteria organizzativa Maria Grazia Petranca della SSUP_CITE.