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Il gioco anti-corruzione dei ricercatori dell’Alma Mater

Della vittima della malasanità o all'impiegato licenziato per aver denunciato un tentativo di frode: i giocatori si trovano a vestire i panni delle vittime della corruzione

Si chiama Alla ricerca della legalità perduta. Gioca il tuo ruolo ed è il gioco di ruolo ideato da un team di giovani ricercatori dell'Università di Bologna (Valentina Aiello, Jacopo Fanti e Pierre Maurice Reverberi, coordinati dalla docente Cristina Brasili) per spiegare come sconfiggere la corruzione. Il progetto è ora raccolto in un libro che sarà presentato mercoledì 25 febbraio nell'ambito dell'iniziativa 100 Passi verso la XX Giornata della Memoria e dell'Impegno organizzata dall’associazione contro le mafie Libera.

La presentazione sarà introdotta da Stefania Pellegrini, direttrice del master in Gestione e riutilizzo di beni e aziende confiscati alle mafie Pio La Torre, e vedrà la partecipazione di Piercamillo Davigo, magistrato del pool di Mani pulite e autore dell’introduzione al libro.

Il magistrato, il poliziotto e il giornalista sono solo alcuni dei personaggi che lottano per sgominare i corrotti e i disonesti nella città di Corruttopoly. Il gioco, con tabellone e carte da gioco, si ispira a casi di corruzione che si sono realmente consumati in Italia negli ultimi anni. La storia della vittima della malasanità o quella dell'impiegato licenziato per aver denunciato un tentativo di frode, diventano così gli esempi concreti per far vestire ai giocatori i panni delle figure esposte alla corruzione.

Il progetto è nato per diffondere una vera e propria cultura di contrasto alla corruzione, mediante una presa di coscienza collettiva dei costi economici e sociali del fenomeno, ma non solo. Il vero intento dei ricercatori, infatti, è quello di mostrare, attraverso la riproposizione di dinamiche reali, come il fenomeno corruttivo possa essere combattuto grazie all’applicazione di leggi efficaci e alla collaborazione di una cittadinanza educata alla legalità.

Il volume è suddiviso in due parti: nelle prime pagine sono spiegate le regole del gioco e le istruzioni per il suo uso e la sua diffusione. I capitoli successivi, invece, entrano nel merito della ricerca del team accademico e si concentrano nell’analisi del fenomeno corruttivo in diversi ambiti, tra cui grandi opere, sicurezza alimentare e ambiente.

"La corruzione è una vera e propria piaga sociale, di natura molto complessa, che quotidianamente infligge gravi conseguenze alla collettività", spiega Cristina Brasili, docente di politica economica al Dipartimento di Scienze Statistiche. "Per questo, oltre a rappresentare una sfida intellettuale per l’analisi scientifica, obbliga noi ricercatori a rapportarci ad un pubblico quanto più ampio possibile attraverso un linguaggio semplice e metodi non convenzionali. Il gioco è lo strumento perfetto per far comprendere gli effetti devastanti che la corruzione esercita sulle nostre vite ma anche, e soprattutto, per mostrare che svolgendo al meglio il nostro ruolo di cittadini possiamo vincere la battaglia per la legalità e costruire un mondo senza corruzione".

Alla ricerca della legalità perduta

25 Febbraio 2015

ore: 14:30

Scuola di Giurisprudenza, Sala delle Armi (Via Zamboni, 22 - Bologna)

Ingresso libero

Presentazione del libro di Valentina Aiello, Cristina Brasili, Jacopo Fanti, Alessandro Lubisco, Pierre Maurice Reverberi. Introduce Stefania Pellegrini, docente del Dipartimento di Scienze Giuridiche "Antonio Cicu". Partecipa Piercamillo Davigo, magistrato e Consigliere di Corte di Cassazione

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