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Home Innovazione e ricerca Gli antichi musicisti (di terracotta) che suonavano in tutto il mondo

Gli antichi musicisti (di terracotta) che suonavano in tutto il mondo

All’Institute of Fine Arts di New York una conferenza internazionale organizzata con il Dipartimento di Beni culturali dell'Alma Mater prova a svelare i segreti della musica antica guardando alle statuette di terracotta dei musicisti

Sparse tra i quattro angoli del pianeta, dal Perù fino alla Cina, e prodotte lungo un amplissimo arco temporale, tra il XII secolo avanti Cristo e il IV secolo dopo Cristo, gli archeologi di tutto il mondo hanno portato alla luce nel corso delle loro ricerche centinaia di statuette di terracotta che raffigurano soggetti diversi intenti a compiere un'attività comune: suonare uno strumento musicale. Linguaggio universale già in tempi remoti, la musica è elemento che accomuna in modo straordinario i popoli e le culture. Queste statuette sparse tra i continenti possono allora essere una chiave per provare a capire che cos'era la musica nell'antichità: quando si suonava, chi la suonava e a quale scopo.

"Sono tutte statuette votive, quasi sempre raffiguranti personaggi femminili, legati a varie divinità", spiega Angela Bellia, Marie Curie Resercher dell'Università di Bologna, che assieme a Clemente Marconi, Professor di History of Greek Art and Archaeology alla New York University, ha organizzato per il prossimo 7 marzo una conferenza internazionale sul tema all’Institute of Fine Arts di New York (qui la diretta streaming). "Si tratta di raffigurazioni connesse soprattutto a riti dedicati ai cambiamenti di status, passaggi da una fase della vita alla successiva".

Solo recentemente prese in considerazione tra le fonti di ricerca sulla musica antica, le rappresentazioni in terracotta dei musicisti del mondo antico sono un campo di studio privilegiato per la comprensione della funzione della musica nell’antichità e di come e in quali contesti venisse eseguita. L'incontro di New York sarà il primo interamente dedicato a questo importante e nuovo settore dell’iconografia del mondo antico.

La diffusione delle statuette di suonatrici e suonatori è documentata in un ampio spazio geografico e cronologico nel mondo greco e della Magna Grecia, ma ne sono state ritrovate anche in Mesopotamia e in Iran, nel mondo fenicio, a Cipro, nel Perù antico e nella Cina occidentale. Reperti capaci di fornire preziose informazioni sullo stretto rapporto esistente tra la musica e la sfera religiosa e su quale fosse il ruolo di ogni singolo strumento musicale, a seconda della diversa funzione rituale, sia nelle cerimonie sacre che in quelle funebri.

Questi temi saranno affrontati attraverso i contributi di studiosi che lavorano in vari settori: archeologia, musicologia, storia dell’arte, storia della religioni e antropologia. La conferenza fa parte del più ampio progetto “TELESTES. Musics, cults and rites of a Greek city in the West” nell’ambito del programma di ricerca di eccellenza IOF delle Marie Curie Actions, programma finanziato dall'Unione Europea all’Università di Bologna, con responsabile scientifico Donatella Restani, docente al Dipartimento di Beni culturali.