Babilonia Teatri: dalla provincia veneta al teatro pop rock punk

Un laboratorio per gli studenti  (con incontro conclusivo aperto al pubblico), una tavola rotonda e lo spettacolo teatrale Jesus in programma venerdì 6 marzo ai Laboratori delle Arti. Sono gli appuntamenti del progetto “Per un teatro pop rock punk”, curato da Cristina Valenti, che La Soffitta 2015 dedica alla compagnia Babilonia Teatri.

“Radicata nella provincia veneta, che la compagnia ha contribuito a svelare come bacino di emergenze generazionali, l’invenzione linguistica di Babilonia Teatri – spiega la curatrice Cristina Valenti -  ha toccato l’intera sintassi della scrittura scenica (testo, spazio, attore). I testi degli spettacoli, affidati alla pura esposizione, statica, frontale, non mimetica, sono portatori di una realtà che interagisce con la fisicità dei corpi e la concretezza degli oggetti e delle azioni”.

Il primo appuntamento in programma è per mercoledì  4 marzo alle 21 con l’incontro conclusivo del laboratorio per gli studenti Dietro lo specchio. Si prosegue poi giovedì 5 marzo con una tavola rotonda dedicata alla Lingua di Babilonia Teatri (ore 16, negli spazi dei Laboratori delle Arti), durante la quale verranno presentati la monografia di Stefano Casi Per un teatro pop e il  volume di testi di Valeria Castellani e Enrico Raimondi Almanacco.

Infine, venerdì 6 marzo alle 21 la compagnia Babilonia Teatri presenta lo spettacolo Jesus nei Laboratori delle Arti. Dopo lo spettacolo rivelazione Made in Italy, che tocca i temi dell’intolleranza e del nazional-popolare, Jesus prosegue il filone più intimo e introspettivo della compagnia, raccogliendo quelle domande fondamentali e spesso esorcizzate dei bambini sul senso della vita per riflettere sul tema della spiritualità.

Babilonia Teatri è una compagnia teatrale italiana fondata nel 2005 da Valeria Raimondi e Enrico Castellani, con sede ad Oppeano (provincia di Verona). Tra i vari premi ricevuti per i suoi spettacoli portati nelle principali città europee e non (Berlino, Bogotà, Mosca), la compagnia ha vinto due volte il premio Ubu: nel 2009 il premio speciale come gruppo guida dell’attuale cambio generazionale e nel 2011 come miglior “Nuovo testo italiano o ricerca drammaturgica” assegnato ai due fondatori. Gli spettacoli indagano la possibilità di stare in scena senza raccontare una storia o senza l’utilizzo di personaggi ma non rinunciando all’utilizzo della parola o non dovendo ricorrere a meccanismi di finzione. Il risultato è un teatro dove gli attori mettono il loro corpo al servizio delle parole e delle immagini.