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Torna MusicAteneo: venticinque anni di concerti universitari

La rassegna internazionale di gruppi corali e strumentali universitari arriva alla venticinquesima edizione e ospita quest'anno, accanto al Collegium Musicum, cinque formazioni in arrivo da Stati Uniti, Olanda e Germania

MusicAteneo, il festival organizzato dal Collegium Musicum Almae Matris dell’Università di Bologna che propone una rassegna di concerti di gruppi strumentali e vocali universitari, raggiunge l'invidiabile traguardo della venticinquesima edizione.

Dopo tanti anni di esperienza e di concerti con gruppi in arrivo da tutta Italia e da tutto il mondo, la rassegna è ormai un appuntamento consolidato che propone musica di qualità interpretata da giovani esecutori e che è ormai entrata a pieno titolo nella programmazione culturale cittadina. Quest'anno, accanto ai cori e all'orchestra del Collegium Musicum, la rassegna ospita cinque gruppi stranieri provenienti da Stati Uniti, Olanda e Germania. I concerti in programma, tutti a ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili, sono otto. Il primo appuntamento è per sabato 11 aprile e si prosegue nei mesi successivi fino all'evento di chiusura previsto per il 3 luglio.

Due i temi principali che percorrono questa venticinquesima edizione, intrecciandosi in alcuni casi e creando una serie di rimandi all'interno degli otto concerti proposti: l'America e la musica del Novecento.

Quest'ultima è ben rappresentata in buona parte dei concerti in programma, sia in forma strumentale (con brani di Hindemith, Vierne, Strauss, Duruflé) sia corale (Kodály, Poulenc, Penderecki). Si potranno ascoltare compositori americani, come Bernstein, Lauridsen, Whitacre, eseguiti da ensemble vocali che provengono dagli Stati Uniti, come i cori maschili delle Università di Pittsburgh e della città di Notre Dame.

E ci sarà anche l'America come “nuovo mondo”, quella che ha ispirato la celebre Sinfonia n. 9 di Dvořák, composta nel 1893 a New York dopo che il compositore era stato chiamato a dirigere il New York National Conservatory of Music. La composizione trae in parte origine dall'influenza che ebbe su Dvorak la vita negli Stati Uniti, ma vi si ritrovano anche echi di una poesia di H. W. Longfellow, "The Song of Hiawatha", che pare avere ispirato due dei movimenti della celebre sinfonia. La stessa poesia ha ispirato anche il compositore inglese Coleridge-Taylor, che a cavallo tra Ottocento e Novecento ha composto una trilogia, famosissima all'epoca, ispirata proprio al personaggio del nativo americano Hiawatha.

Nel concerto dell'8 giugno vedremo accostati, forse per la prima volta, le due opere: la Sinfonia n. 9 in mi minore e la cantata Hiawatha's Wedding Feast. A dirigere coro e orchestra del Collegium Musicum in quell'occasione sarà Peter Shannon, direttore irlandese che vive e lavora da anni negli Stati Uniti e che forse è il personaggio giusto per rendere il senso di stupore e grandiosità regalati dal “nuovo mondo”.

Fra i compositori europei che l'America chiamò a sé, trova posto nella rassegna non solamente Dvořák ma anche Zoltan Kodály: al compositore ungherese l'Associazione Nazionale degli Organisti di Atlanta commissionò nel 1966 la cantata per coro e organo Laudes Organi, che ascolteremo nell'esecuzione del Collegium Musicum Almae Matris.

La rassegna si conclude poi il 3 luglio con un evento che propone un caposaldo della musica di tutti i tempi, la Messa in Si di Johann Sebastian Bach, nell'esecuzione del coro e orchestra dell'Università di Utrecht.

Ad aprire MusicAteneo 2015, invece, sarà il concerto dell'Orchestra Universitaria di Tubinga, a cui si affiancheranno gli strumentisti del Collegium Musicum in una parte del concerto. Nel repertorio, brani di compositori tedeschi come Bach, Mendelssohn e Strauss, ma anche opere di due compositori meno noti ma non meno interessanti come Silcher e Kraus, quest'ultimo conosciuto anche come “il Mozart tedesco”.