Bologna e la relatività: l’articolo di Einstein che anticipa la celebre teoria

Quest’anno tutto il mondo scientifico, e non solo, celebra il centenario della Teoria della Relatività Generale di Albert Einstein. La scoperta, che ha cambiato radicalmente il corso della scienza, è stata pubblicata per la prima volta in Germania nel 1915. Ma forse non tutti sanno che tra i protagonisti della sua evoluzione compare anche la città di Bologna.

Il Premio Nobel per la Fisica Max Born l’ha definita “la più sorprendente combinazione di penetrazione filosofica, intuizione fisica e abilità matematica”. La teoria fu pubblicata sulla rivista “Annalen der Physik” nel novembre del 1915 da quello che era un ex impiegato dell’ufficio brevetti di Berna, diventato poi professore di fisica nell’ateneo della città e uno degli scienziati più importanti della storia.

Un modello matematico delle leggi che regolano l’universo che parte dall’idea che lo spazio si curvi in presenza della materia e, insieme ad esso, anche la luce devii dalla sua traiettoria rettilinea. La metafora usata più frequentemente dai fisici per spiegare la teoria a chi di fisica è poco esperto, pur non essendo scientificamente corretta, è quella del foglio di gomma: la dimensione dello spazio-tempo può essere immaginata come, appunto, un foglio di gomma che viene curvato dalle masse che vi si appoggiano. La forza di gravità avvertita dalla Terra nei confronti del Sole, ad esempio, è proprio il risultato della “curvatura del foglio di gomma” causata dalla massa del Sole.

Già un anno prima della pubblicazione della teoria nella sua forma più compiuta, però, Einstein aveva pubblicato una prima bozza della Teoria della Relatività Generale su “Scientia”, rivista scientifica dei primi del Novecento pubblicata a Bologna per Zanichelli. Un breve articolo in tedesco che anticipava i temi di quella che sarebbe diventata la celebre teoria l’anno successivo. Il testo, tra i lasciti più importanti dello scienziato di Ulm, è ora disponibile anche online su AlmaDL, tra i documenti del patrimonio digitale delle biblioteche dell'Università di Bologna.