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I Classici e la Follia: tornano le serate di maggio in Aula Magna

Arriva la quindicesima edizione del ciclo di lezioni e letture classiche nell'Aula Magna di Santa Lucia dell'Alma Mater. Per interrogare il nostro presente attraverso i grandi testi dell’antichità greca, romana ed ebraico-cristiana

I “Classici” di maggio giungono alla loro quindicesima edizione: anche quest’anno il Centro Studi “La permanenza del Classico” dell’Alma Mater, fondato e diretto dal prof. Ivano Dionigi, offre all'Università e alla città un ciclo di letture e lezioni classiche che interrogano il nostro presente attraverso i grandi testi dell’antichità greca, romana ed ebraico-cristiana. Il ciclo di quest’anno s’intitola Follia: ciò che è per noi più oscuro e conturbante, ciò che mina il benessere dell’anima e la coerenza della ragione.

Come si misuravano Gerusalemme, Atene e Roma con il fenomeno della “follia”, che oggi, proprio quando è rimossa – perché confinata in spazi dedicati o perché affidata alle soluzioni della psichiatria – si prende la rivincita ed esplode, improvvisa e violenta, nelle nostre vite collettive e individuali? Colpisce la ricchezza del vocabolario antico di fronte al nostro, così povero e impoverente. Il greco indica la “follia” o come “deviazione” dalla norma – frequenti i composti in para-, da cui il nostro “paranoia” – o come stato di possessione anche divina (lyssa, oistros, mania), o semplicemente come “malattia” (nosos). Il latino fa eco con i composti in de- (delirus, “chi esce dal solco”, deliratio, delirium, demens e dementia); con furor (che è, come mania, “passione totalizzante”); con insania, vesania o altri sinonimi di “malattia”. Noi deriviamo “follia” dal “vuoto” (follis è il “mantice”, da cui ciò che è gonfio d’aria, “testa vuota”, “matta”).

Per gli antichi la “follia” è uno stato di anormalità, certo, ma non un fenomeno univoco da isolare e rimuovere: ne fanno fede i quattro percorsi qui scelti, dal VII sec. a.C. alle soglie della modernità. Lucrezio, l’apostolo della ragione, individua in quelli che per noi sono l’istinto più naturale e il sentimento più elevato fenomeni contro natura (dira libido, dira cupido), fonti di un’angoscia straziante e cause di quel furor che secondo san Girolamo avrebbe indotto il poeta al suicidio. Sofocle narra che Aiace, simbolo del valore, non reggendo l’umiliazione di vedersi posposto a Ulisse, simbolo dell’astuzia, nella solitudine assoluta impazzisce e si suicida. Come a dire che i migliori sono costretti a una solitudine e a una sconfitta che è il prezzo da pagare al loro primato morale. Isolato, calunniato e perseguitato è il profeta ebraico e poi cristiano, la cui voce autentica e assoluta minaccia la catastrofe, denuncia le ingiustizie, annuncia l’utopia. Il coraggio della verità lo colloca fuori dalla patria e fuori dal tempo perché o predice il futuro o contraddice il presente. L’Umanesimo, con l’Alberti (e poi con Erasmo), riconosce la follia come realtà diffusa, da cui nessuno è esente, a cominciare dagli dèi. Disordine del reale e impotenza della ragione abitano il teatro del mondo, dove l’uomo è un attore che non trova soluzione alla tragicità dell’esistenza. Questo problema doloroso dell’individuo e dell’io, oggi aggravato dalla nostra condizione di eremiti di massa, è soltanto oggetto della letteratura o della medicina? Non è piuttosto una responsabilità della società e della politica?

Gli incontri avranno luogo, come d’abitudine, ogni giovedì di maggio (5, 12, 19, 26 maggio), alle ore 21, nell’Aula Magna di Santa Lucia e nella contigua Aula Absidale videocollegata. Tutti gli incontri saranno inoltre visibili in diretta streaming sul sito del Centro Studi “La permanenza del Classico”.

Il ciclo sarà inaugurato giovedì 5 maggio dalla serata "Furor et amor" su "La Natura" di Lucrezio, con il commento di Ivano Dionigi, che all’eterodosso poeta romano ha consacrato molti anni e molti studi. Le letture saranno affidate all’interpretazione di una grande protagonista del nostro teatro e del nostro cinema, Anna Bonaiuto, e saranno scandite dagli interventi musicali al pianoforte del Maestro Giuseppe Fausto Modugno.


Al centro del secondo appuntamento, "Furor et mors", sarà "L’Aiace" di Sofocle, capolavoro del teatro greco che si avvarrà del commento di un grande filosofo dei nostri giorni, Salvatore Natoli. Daranno voce alle parole sofoclee, in forma di reading-spettacolo, due straordinari interpreti quali Laura Marinoni e Massimo Popolizio, affiancati dai giovani e già affermati talenti Giulio Maria Corso, Giuseppe Lanino e Mario Pirrello.

La terza serata, "Vox clamantis", ci offrirà – nell’intensa interpretazione di Manuela Mandracchia, Sandra Toffolatti e Mariángeles Torres, l’amato ensemble delle “MitiPretese”, già ben noto agli spettatori di Santa Lucia – brani profetici tratti dall’Antico e dal Nuovo Testamento, accompagnate dal commento di una studiosa tanto autorevole quanto cara al grande pubblico, Gabriella Caramore.

Nella quarta serata, "Sania insania", il "Momo" di Leon Battista Alberti sarà riletto da un ospite speciale e irrinunciabile delle serate di maggio, laureato ad honorem dell’Alma Mater, Massimo Cacciari, e rappresentato in una versione spettacolare con drammaturgia di Lino Guanciale, regia di Claudio Longhi e interpretazione di Donatella Allegro, Nicola Bortolotti, Michele Dell’Utri, Simone Francia, Lino Guanciale, Diana Manea, Eugenio Papalia, Simone Tangolo e Lino Guanciale. Alla fisarmonica Olimpia Greco.

Il ciclo si giova delle nuove traduzioni e del contributo scientifico delle studiose e degli studiosi membri del Centro Studi “La permanenza del Classico”, Francesco Citti, Federico Condello, Elisa Dal Chiele, Camillo Neri, Lucia Pasetti, Daniele Pellacani, Bruna Pieri, Francesca Tomasi, Antonio Ziosi.

L’ingresso alle quattro serate è a inviti. Gli inviti potranno essere ritirati, fino ad esaurimento, il martedì precedente ciascuna rappresentazione, dalle ore 17 alle ore 19, presso il Centro Studi “La permanenza del Classico”, in via Zamboni, 32. Per tutti coloro che non riusciranno ad essere presenti, sarà reso disponibile un servizio di diretta video on line sul sito del Centro Studi.