Logo d'ateneo Unibo Magazine
Home In Ateneo A Ingegneria una lapide per ricordare gli anni dell’occupazione nazifascista

A Ingegneria una lapide per ricordare gli anni dell’occupazione nazifascista

Dopo l’armistizio del 9 settembre 1943, i locali della Facoltà di Ingegneria dell’Alma Mater si trasformarono in celle, dove vennero rinchiusi partigiani e sospetti

Una lapide per ricordare l’occupazione nazista e fascista della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Bologna tra il 1943 e il 1945. L’hanno inaugurata questo pomeriggio a Bologna, nella sede di viale Risorgimento della Scuola di Ingegneria e Architettura dell’Alma Mater, il rettore Francesco Ubertini, la vicesindaco Marilena Pillati, il vicario generale della curia di Bologna Mons. Giovanni Silvagni e la presidente dell’ANPI Bologna Anna Cocchi.

“L'Università di Bologna – si legge nella lapide – con dolore e indignazione ricorda che questi luoghi destinati alla scienza e al magistero furono barbaramente sottratti alla loro missione da nazisti e fascisti (1943-1945) che nel complice silenzio della comunità accademica li trasformarono in luoghi di pena e di tortura per i nemici della tirannide. Edifichiamo il futuro non immemori del nostro passato”.

Dopo l’armistizio del 9 settembre 1943, l’edificio della Facoltà di Ingegneria venne requisito, inizialmente dall’esercito tedesco, che lì insediò i suoi comandi, e in seguito, dal 1944, dalla Guardia nazionale repubblicana, forza armata creata dal governo collaborazionista di Salò per assolvere compiti di polizia interna e militare. I locali della Facoltà si trasformarono in celle, dove vennero rinchiusi partigiani e sospetti: per molti quelle mura divennero luogo di tortura, per non pochi fu anticamera della deportazione o della morte.

“Non vi può essere progresso scientifico senza le condizioni politiche e sociali che lo rendono possibile”, ha ricordato il rettore Ubertini nel corso della cerimonia. “Non vi può essere progresso democratico senza che la scienza e i luoghi dove essa si insegna e si compie consentano di rendere la democrazia ciò che sempre dovrebbe essere: ‘il governo di tutti sotto la guida dei migliori’”.

Oltre agli interventi delle autorità, la cerimonia di inaugurazione della lapide ha visto i ringraziamenti del presidente della Scuola di Ingegneria e Architettura Ezio Mesini ad Alessandro Calari e al partigiano Giancarlo Grazia, e alcune testimonianze di partigiani sono state affidate alla voce di Ivano Marescotti. A seguire, si è tenuta una tavola rotonda con gli interventi di Luciano Casali, Marco Veglia, Gian Paolo Brizzi, Renato Sasdelli, Simona Salustri e Roberto Finzi.