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Lasciatemi divertire. Il Teatro di Luca Ronconi tra memoria e utopia

A due anni dalla scomparsa del celebre regista, al Centro La Soffitta del Dipartimento delle Arti dell'Alma Mater, tre appuntamenti a cura di Claudio Longhi per approfondire una tra le figure più influenti del teatro italiano

Dal 20 al 22 febbraio, si svolgerà al Centro La Soffitta del Dipartimento delle Arti il progetto "Lasciatemi divertire. Il Teatro di Luca Ronconi tra memoria e utopia", a cura di Claudio Longhi. A due anni dalla scomparsa del celebre regista, La Soffitta in collaborazione con Emilia Romagna Teatro Fondazione, nel quadro delle celebrazioni del quarantennale di ERT, propone l’approfondimento di una tra le figure più influenti del teatro italiano: una ricchissima giornata di studi e due pomeriggi di proiezioni per interrogare il fantasmagorico labirinto poetico-creativo del regista e cercare di mettere a fuoco cosa resti di quell’avventura straordinaria nella (e per la) scena contemporanea.

Lunedì 20 febbraio, alle 9.30, presso il Laboratorio delle Arti/Teatro, il programma comincerà con l’incontro "La Regia in Italia, oggi. Per Luca Ronconi", in occasione della presentazione dell’annale 2016 (n.25) di «Culture Teatrali». L’intenzione del volume è quella di tentare un bilancio della regia in Italia oggi, per comprendere cosa resti della complessa e composita esperienza registica novecentesca nel teatro del “dopo Novecento”, proprio a partire dalle riflessioni sul tema di Luca Ronconi. All’ombra del magistero del regista, gli autori dei saggi raccolti nella sezione monografica del volume, in dialogo aperto tra loro, sono chiamati a riflettere su concetti quali «post-regia» o «regia dopo la regia» per far luce sul futuro della nostra scena.

Insieme a Claudio Longhi, ne discuteranno i docenti del Dipartimento delle Arti Marco De Marinis, Gerardo Guccini, Giuseppe Liotta, Anna Laura Mariani e Silvia Mei, nonché Lorenzo Mango dell’Università degli Studi di Napoli L’Orientale. Il pomeriggio, dalle 14 alle 19, sempre presso il Laboratorio delle Arti/Teatro, proseguirà con «Il Gran Teatro ronconiano della conoscenza. Prospettive a confronto»: una serie di tavole rotonde in cui i protagonisti degli spettacoli di Ronconi, i critici che lo hanno recensito e i suoi collaboratori artistici e organizzativi cercheranno di comporre un racconto a più voci del teatro del maestro, o – per dirla con le sue parole – di quell’«avventura di conoscenza, maturata attraverso l’esperienza» che è stata la sua parabola registica.

L’incontro prevede la partecipazione di artisti come Franco Branciaroli, Fabrizio Falco, Lucrezia Guidone, Anna Maria Guarnieri, Massimo Popolizio, la co-fondatrice del Centro Teatrale Santa Cristina Roberta Carlotto, il Direttore di Produzione del Piccolo Teatro di Milano Alberto Benedetto, lo scenografo Marco Rossi, il costumista Gianluca Sbicca, la responsabile del training e movimento Maria Consagra, e i giornalisti Anna Bandettini, Lorenzo Donati, Maria Grazia Gregori, Massimo Marino e Roberta Ferraresi.

Martedì 21 e mercoledì 22, dalle 17 alle 19, presso il Laboratorio delle Arti/Auditorium, si svolgeranno due sessioni di proiezione "Lo Spettacolo Infinito: il Teatro di Luca Ronconi in montaggio", sedotto fin dai suoi esordi dall’ambizione di realizzare uno «spettacolo infinito», capace di eccedere le possibilità fruitive dello spettatore, a cominciare dalle sue prime creazioni registiche, Ronconi ha fatto del «montaggio» il principale costrutto della sua sintassi scenica. In omaggio alla logica compositiva dominante del regista, la terza tappa del progetto propone il labirinto del teatro ronconiano in un collage di videotestimonianze dei suoi spettacoli, per la cui realizzazione si ringrazia il Centro Teatrale Santa Cristina, nella persona di Elisa Ragni. Entrambi gli appuntamenti saranno preceduti da una breve introduzione di Claudio Longhi.

Luca Ronconi (1933-2015). Dopo l’Accademia d’Arte Drammatica e le prime fortunate prove attoriali risalenti agli anni Cinquanta, nel decennio successivo approda alla regia: la falsa partenza della Buona moglie (1963), poi il trionfo dei Lunatici (1966) e, a cominciare da quello spettacolo “crudele”, una girandola di capolavori: Orlando furioso (1969), l’Orestea (1972), Baccanti (1978), Ignorabimus (1986)… giù giù fino ai trionfi del nuovo millennio: Lolita (2001), Infinities (2002), la Lehman Trilogy (2015). Ripensando alla sua folle carriera, negli ultimi anni il grande regista era solito ripetere: «Devo ammettere di essermi divertito molto; non posso non chiedermi – però – cosa rimarrà di tutto ciò che ho fatto. Probabilmente nulla».