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L'Astronomia Bolognese in mostra, con gli strumenti di Guido Horn d'Arturo

La mostra che ripercorre i progressi delle tecniche osservative nell'ambito dell'astronomia amatoriale, ospita anche alcuni oggetti appartenuti al grande studioso, in arrivo dal Museo della Specola dell'Università di Bologna

Ci saranno anche gli strumenti di Guido Horn d'Arturo, primo direttore dell'Osservatorio Astronomico di Bologna, tra i tanti materiali esposti nella mostra "50 anni di Astronomia a Bologna", che apre sabato 29 aprile al Museo del Patrimonio Industriale di Bologna. Gli oggetti appartenuti allo studioso, grande sostenitore del ruolo degli astrofili per la diffusione dell'astronomia, arrivano dal Museo della Specola dell'Università di Bologna.

Aperta fino al 28 maggio, la mostra è realizzata a cura dell'Associazione Astrofili Bolognesi, in collaborazione con il Museo del Patrimonio Industriale e con il supporto di Zanichelli Editore. L'esposizione ripercorre i progressi delle tecniche osservative nell'ambito dell'astronomia amatoriale, intrecciandosi alla storia dell'Associazione Astrofili Bolognesi dal 1967 a oggi.

L'inaugurazione è in programma per venerdì 28 aprile alle 20,30, e per l'occasione si potrà osservare l'occultazione di Aldebaran, ovvero l'oscuramento della stella principale della Costellazione del Toro da parte della Luna. A seguire, dalle 21,30, la conferenza "Anni '60, quando astrofili e astronomi andavano a braccetto: passato, presente e futuro dell’astronomia da Bologna verso le nuove frontiere della tecnica, sui passi di Guido Horn d’Arturo", con Flavio Fusi Pecci (INAF - Istituto Nazionale di Astrofisica - Osservatorio Astronomico di Bologna; SAIt - Società Astronomica Italiana); Fabrizio Bonoli (Dipartimento di Fisica e Astronomia dell'Università di Bologna); Luigi Baldinelli (socio fondatore dell'Associazione Astrofili Bolognesi).

Il percorso della mostra si articola in 26 pannelli che scandiscono la storia dell'Associazione Astrofili nel suo radicarsi sul territorio e nella sua capacità di fare rete con i principali istituti di studio e divulgazione delle discipline astronomiche, illustrando anche in generale l'evoluzione delle tecniche osservative di tipo amatoriale.

Inoltre, una piccola sezione storica è dedicata a Guido Horn d'Arturo, primo direttore dell'Osservatorio Astronomico di Bologna e grande sostenitore del ruolo degli astrofili per la diffusione e il potenziamento della disciplina. La mostra propone alcuni oggetti appartenuti allo studioso e conservati al Museo della Specola dell'Università di Bologna. Tra questi si potranno ammirare, ad esempio, cinque tasselli provenienti dall'avveniristico specchio progettato da Guido Horn d'Arturo negli anni '30, una fotocamera portatile Ernemann modello Ermanox, della metà degli anni '20, il cui obiettivo monta un modello di lente conica disegnata dallo stesso Horn d'Arturo, un settecentesco globo celeste fabbricato da Giovanni Maria Cassini su cui sono ancora chiaramente visibili i coriandoli applicati da Guido Horn in corrispondenza di particolari oggetti celesti.