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Studiare vale sempre la pena: il terzo A.A. del Polo Universitario Penitenziario

Cresce il numero degli studenti in carcere iscritti all'Università di Bologna e di chi crede nello studio come forma di libertà. Per il terzo anno consecutivo, la Cerimonia di Primavera presso la Casa Circondoriale di Bologna, ha tracciato un percorso in salita grazie anche al supporto dell'Alma Mater

Si è svolta, presso la Casa Circondoriale di Bologna, la Cerimonia di Primavera per l'a.a. 2016/17, dedicata agli studenti detenuti iscritti all'Alma Mater. Per il terzo anno consecutivo, l'evento ha offerto un quadro positivo del Polo Universitario Penitenziario, che da 15 iscritti, nell'a.a. 2013/14, è passato a 36 iscritti nel 2015/16. Oggi gli studenti detenuti sono 41, un numero destinato a crescere anche nei prossimi anni accademici.

Dopo i saluti della Dott.ssa Claudia Clementi, Direttrice della Casa Circondariale “Rocco D’Amato”di Bologna, sono intervenuti il Rettore Francesco Ubertini e il prof. Giorgio Basevi, Delegato del Rettore per il Polo Universitario Penitenziario, ribadendo l'impegno e l'importanza di portare avanti il progetto del Polo Universitario Penitenziario, per offrire nuove e future opportunità ai detenuti. La Cerimonia è stata, inoltre, allietata dalle voci del Coro Papageno, composto da detenuti e volontari del carcere, e del Collegium Musicum dell'Alma Mater.

Nonostante gli ostacoli e le difficoltà della detenzione, è aumentato il numero degli studenti in carcere, iscritti ai corsi dell'Alma Mater, da Giurisprudenza a Scienze, e di chi riesce a portare a termine il suo percorso conseguendo il titolo di Dottore. A Sergio, detenuto presso la Casa Circondoriale di Bologna, mancano solo 4 esami alla Laurea e a fine anno diventerà Dottore in Storia. "Grazie allo studio, - racconta Sergio - ho l'opportunità di restare in contatto con il mondo "di prima" e riprendere quei fili che si erano interrotti. Sono stato sempre appassionato di storia e cultura e oggi lavoro in Biblioteca tutto il giorno, dedicando ai libri il mio tempo libero. Studiare mi dà anche la possibilità di offrire una parte di me agli altri, aiutando chi ha difficoltà a studiare o problemi con la lingua".


L'Università di Bologna è impegnata da anni nel progetto del Polo Universitario penitenziario, cercando di rendere il percorso di chi studia in carcere il più possibile vicino a quello di uno studente che può frequentare le lezioni e confrontarsi con i propri docenti, e migliorando i servizi e le procedure amministrative che trovano non pochi ostacoli. Tra le iniziative a supporto del Polo, grazie a un accordo con ER.GO., è stato possibile assegnare agli studenti in carcere anche un contributo economico per coprire le spese regionali e attribuirà un' ulteriore quota agli studenti meritevoli. C'è ancora molto da fare, ma tanto è stato già fatto, come per esempio l'aula informatica, realizzata in collaborazione con il Cesia, che i detenuti possono utilizzare per lo studio e lo svolgimento di pratiche online con le proprie credenziali, senza dimenticare il lavoro dei tanti volontari, docenti e tutor.

"Lavoro a questo progetto da 5 anni - ha detto il prof. Basevi nel suo discorso durante la cerimonia - e ringrazio prima di tutto voi studenti che siete i veri protagonisti del progetto, riuscendo a insegnare tanto anche a noi".

"La libertà concessa dallo studio e dall'attività di formazione, - ha ribadito il Rettore Ubertini - anche nella realtà dura del carcere, significa sentire più vicini gli strumenti per riconquistare la libertà. Ringrazio tutti coloro che sono coinvolti in questa bellissima impresa, senza dimenticare che la libertà di studiare è un diritto di cui ognuno, in qualsiasi condizione, deve poter godere".

 

In foto: il Rettore Francesco Ubertini, la dott. ssa Claudia Clementi, il prof. Giorgio Basevi e i ragazzi del Coro Papageno e Collegium Musicum dell'Alma Mater.