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Studiosi a confronto sulla sicurezza europea e internazionale

Un convegno internazionale organizzato dal Dipartimento di Scienze Politiche dell'Alma Mater per una riflessione, con esperti di diversa provenienza e background, su come sia possibile stabilizzare aree instabili o postbelliche e quale ruolo possa avere la NATO in coordinamento con altri attori internazionali e locali

Si è svolto, mercoledì 10 e  giovedì 11 maggio, il convegno internazionale “Projecting Stability in an Unstable World” per una riflessione sulle dinamiche della sicurezza europea e internazionale. L'evento ha avuto luogo nel contesto del Memorandum of Understanding siglato dall’Ateneo di Bologna e dall’Allied Command Transformation (ACT) della NATO e del quale è responsabile per Unibo la prof.ssa Sonia Lucarelli, del Dipartimento di Scienze politiche e Sociali dell'Università di Bologna.

La due giorni di lavori è stata organizzata, oltre che dalla prof.ssa Sonia Lucarelli, anche dal dott. Francesco Moro e dal dott. Marco Valigi del Dipartimento di Scienze politiche e sociali dell'Alma Mater, dal dott. Alessandro Marrone per l’Istituto Affari Internazionali (consueto partner dell'iniziativa), e lo Strategic Issues & Engagement Branch di ACT.

Il consolidato team ha saputo riunire studiosi di livello internazionale, personale di organizzazioni internazionali e operatori delle organizzazioni non governative impegnati sul tema, analizzando l'evoluzione del concetto nella dottrina militare occidentale, e guardando alle sfide e opportunità generate dal crescente bisogno di coordinamento tra agenzie internazionali e tra queste e organizzazioni della società civile nelle aree di instabilità. I lavori, svoltisi presso l’hotel Aemilia, sono stati aperti dall’Ammiraglio Pete Gumataotao (Deputy chief of staff, Strategic Plans and Policy, Supreme Allied Command Transformation, Norfolk) e si sono sviluppati nell’ambito di tre distinti working groups le cui attività, durante i due giorni di lavori, sono state intervallate da due tavole rotonde, svoltesi in sessione plenaria, e dalla presentazione del modello Viking, un modello di simulazione interattiva volto a incrementare il grado di interoperabilità e cooperazione in contesti di crisi tra NATO, Organizzazioni Non-governative e società civile.


Ancora una volta, insomma, attraverso una formula innovativa e capace di fare dialogare esperti di diversa provenienza e background, il Dipartimento di Scienze Politiche ha confermato la propria attitudine a stimolare criticamente il processo di trasformazione che sta coinvolgendo i sistemi di difesa occidentali, incluso quello nazionale.