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Il Mediterraneo in un giardino: premiato il progetto Unibo

Un gruppo di studenti del corso di laurea in Verde ornamentale e tutela del paesaggio è tra i vincitori del Radicepura Garden Festival, evento internazionale dedicato al garden design. Il loro progetto racconta con uno spazio verde le sfide e le opportunità del mondo globale di oggi

galleryUn gruppo di studenti del corso Unibo in Verde ornamentale e tutela del paesaggio è tra i vincitori del Radicepura Garden Festival, evento internazionale dedicato al garden design che si tiene a Giarre, in provincia di Catania. Marta Filippini, Marco Casali, Francesco Molteni e Filippo Lazzaretto, sotto la guida della professoressa Anna Costa, hanno ideato, progettato e creato un vero e proprio giardino che resterà visitabile nell’area del festival fino al prossimo 21 ottobre. Il loro lavoro nasce da un percorso laboratoriale che ha coinvolto tutti gli studenti del terzo anno del corso di laurea Unibo, con l’elaborazione e la discussione di diverse idee e proposte. Il corso di laurea in Verde ornamentale e tutela del paesaggio è ospitato nel plesso di Imola dell’Università di Bologna, che ha di recente festeggiato i suoi primi 20 anni, celebrando un percorso che ha sempre visto il fondamentale sostegno degli enti locali, in primis la Fondazione Cassa di Risparmio di Imola.

Il progetto da cui è nato il giardino è uno dei sei selezionati – l’unico italiano – tra oltre duecento domande arrivate da dieci diversi paesi. Oltre ai sei progetti vincitori, poi, il festival ospita altri quattro giardini, ideati da garden designer di fama internazionale.

La diversità, il cambiamento, l’incontro e lo scontro di popoli che hanno dato e ancora oggi danno vita al contesto mediterraneo sono i temi che guidano il progetto del gruppo dell’Alma Mater. Il giardino degli studenti Unibo – intitolato “Identità mediterranea” – guarda al mondo globale con un percorso a due facce.

Una composizione rigogliosa di piante provenienti non solo dal bacino del Mediterraneo, ma da tutti e cinque i continenti, in equilibrio con la vegetazione locale, rappresenta da un lato l’elemento positivo dell’incontro e dello scambio tra i popoli: una ricchezza fatta tanto di identità che di diversità.

Dall’altro lato, immerso nel giardino, c’è una struttura cubica al cui interno si vedono alcune sagome umane che voltano le spalle ad una serie di libri abbandonati a terra: una rappresentazione del pericolo di perdita dell’identità in un mondo globale standardizzato. Di notte, il cubo cerca di penetrare nel giardino proiettando sulle piante fasci di luce tagliente, ma di giorno è il giardino che affronta il cubo, crescendo ed arrampicandosi lungo le sue pareti.

Il progetto è nato inizialmente in aula. Poi, una volta selezionato e approvato è iniziata la fase di costruzione. A cui i quattro studenti protagonisti hanno partecipato attivamente, seguendo da vicino l’intero percorso del cantiere. Il risultato è un piccolo giardino, che si sviluppa su un percorso curvilineo, tra masse di vegetazione con forme, tessiture e colori diversi. Uno spazio verde, aperto e unico, che riflette al suo interno i percorsi molteplici delle identità mediterranee.