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L’antica Cirenaica online: in rete mille iscrizioni rinvenute lungo la costa libica

Tutte le epigrafi greche su stele, oggetti e monumenti datate tra il VII e il I secolo avanti Cristo sono per la prima volta raccolte e dotate di edizione critica in un unico sito web, liberamente consultabile


Per la prima volta, tutte le antiche iscrizioni greche su stele, oggetti e monumenti rinvenute lungo le coste della Cirenaica, in Libia, sono da oggi raccolte e dotate di edizione critica online, in un unico sito web, liberamente consultabile. Quasi mille epigrafi, compresi più di cento testi finora inediti, vengono messe così a disposizione degli studiosi in un momento in cui, a causa della guerra civile in corso ormai da anni, non è più possibile fare ricerca sul campo nel paese nordafricano.

La nuova raccolta nasce da una collaborazione tra l’Università di Bologna (Dipartimento di Storia Culture Civiltà), l’Università di Macerata (Dipartimento di Studi umanistici), l’Université Paris-Sorbonne (Centre de recherche sur la Libye antique) e il King's College di Londra (Centre for Hellenic Studies e Department of Digital Humanities).

“Il progetto è stato avviato poco dopo lo scoppio della guerra civile, nel 2011, quando sembrava che la Libia andasse incontro ad un’era di cambiamenti senza precedenti”, spiega la ricercatrice Unibo Alice Bencivenni, tra gli autori del lavoro. “A partire dal 2013, e ancora in questo momento, tutto è molto incerto: la maggior parte delle sedi diplomatiche è chiusa o spostata all'estero, le spedizioni archeologiche sono sospese. Grazie a questa nuova risorsa, gli studiosi possono ora fare il punto sul loro lavoro e renderlo completamente disponibile, ancor più che nel passato. Nella speranza di fornire uno strumento utile per gli studi futuri sulla Libia”.

Le iscrizioni sono divise in due corpora, uno dedicato alle iscrizioni greche della Cirenaica arcaica, classica ed ellenistica dal VII al I secolo avanti Cristo (IGCyr) e uno che raccoglie invece tutte le iscrizioni metriche greche della Cirenaica greca e romana dal VI secolo avanti Cristo al VI secolo dopo Cristo (GVCyr). Ogni epigrafe è geolocalizzata, fotografata e accompagnata da una descrizione, dalla trascrizione del testo greco tradotto in francese, inglese, italiano (e a breve anche in arabo) e da un apparato critico con commento. Tutti i file sono liberamente consultabili e possono essere utilizzati e scaricati in Open Access.

Dediche, rendiconti, ordinanze
“Cirene, madre delle città, incoronata da Libia / in persona, che detiene la gloria di tre continenti / qui sull’architrave, nell’atto di uccidere un leone, pose lei Karpos / per esaudire un voto e come segno di generosa ospitalità”. È il testo in versi di un rilievo votivo del II secolo dopo Cristo – uno dei più rilevanti dal punto di vista simbolico – che mostra la ninfa Cirene mentre strangola un leone, incoronata dalla personificazione della Libia: un ringraziamento per l’accoglienza ospitale che il committente, Karpos, evidentemente ricevette in Cirenaica (GVCyr029).

Oltre alle dediche votive, nella ricca raccolta di iscrizioni si trovano anche epigrafi sepolcrali, rendiconti dei damiurghi di Cirene, i funzionari che si occupavano dell’amministrazione dei terreni, e dediche onorarie che venivano incise alla base delle statue in onore dei membri della famiglia reale e dei funzionari regi.

“Molti dei testi messi a disposizione online sono significativi da un punto di vista storico”, sottolinea Alice Bencivenni. “Ad esempio il documento che attesta le forniture di grano garantite da Cirene a molte città del bacino del Mediterraneo in tempo di carestia negli anni ’20 del IV secolo avanti Cristo, oppure il testamento di Tolemeo VIII in favore dei Romani, o ancora le ordinanze di Tolemeo (I) e di Tolemeo IX per Cirene”.

Cirenaica: un po’ di storia
L'antica Cirenaica è la regione costiera orientale della Libia, che a partire almeno dal I secolo dopo Cristo era nota anche come Pentapoli, un nome che richiamava la federazione di cinque città: Berenice (Benghazi), Taucheira (Tocra), Ptolemais (Tolemaide), Cirene (Shahat) e Apollonia (Susa).

A colonizzare la regione per primi furono i Greci, in particolare un gruppo proveniente dall'isola egea di Tera. Il gruppo era guidato da un certo Aristoteles che, secondo la tradizione, si stabilì definitivamente a Cirene nel 631 avanti Cristo. Aristoteles diventò re di Cirene con il nome di Battos e tra il 631 e il 440 avanti Cristo si successero otto re, alternativamente chiamati Battos e Arkesilaos, fino all'uccisione dell'ultimo, Arkesilaos IV. Dopo la fine della monarchia a Cirene, nella regione si susseguirono conflitti tra fazioni aristocratiche e popolari da una parte, alleanze tra città diverse e incursioni di Libici dall'altra.


Nel 331 avanti Cristo, Alessandro Magno fondò Alessandria, in Egitto, e marciò verso l'oasi di Siwa, nel deserto libico. I Cirenei, a quel punto, per evitare l’avanzata del conquistatore macedone, inviarono una ambasceria con doni per il re diventando così suoi amici e alleati. Dopo la morte di Alessandro, nel 323 avanti Cristo, la regione fu parzialmente conquistata da un avventuriero spartano di nome Thibron. Una fazione di aristocratici esiliati dal nuovo conquistatore cercò allora rifugio e aiuto presso Tolemeo, che controllava l’Egitto, il quale inviò un esercito che sconfisse Thibron. I Cirenei persero però così la loro libertà: Cirene e le città greche della Cirenaica furono da quest'epoca in avanti quasi ininterrottamente nelle mani dei Tolemei. Fino a quando, dopo la morte di Tolemeo Apione nel 96 a.C., la regione passò sotto il potere dei Romani.

Archeologi in Libia
La prima spedizione archeologica che scavò in Cirenaica fu quella condotta dagli inglesi R. Murdoch Smith e Edwin A. Porcher tra il 1860 e il 1861, a cui seguì il team guidato dall'americano Richard Norton tra il 1910 e il 1911. Ma sempre nel 1910 anche l'archeologo italiano Federico Halbherr fu in Libia, con il supporto del governo italiano e il consenso dei Turchi. L'anno successivo l'Italia invase il paese nordafricano e da quel momento le spedizioni italiane alla ricerca delle antichità cirenaiche si susseguirono numerose, concentrandosi soprattutto a Cirene, ma anche a Ptolemais e Apollonia.

Dopo la seconda guerra mondiale, l'amministrazione militare britannica fu responsabile della Cirenaica fino alla creazione dello stato sovrano di Libia da parte delle Nazioni Unite, alla fine del 1951. Gli archeologi britannici, in particolare quelli che lavoravano alla British School di Roma, compirono in quel periodo molte spedizioni. Dopo l'indipendenza libica, agli inglesi tornarono ad affiancarsi gli studiosi italiani e arrivarono anche nuove spedizioni straniere, americane e francesi, a cui si unirono i primi archeologi libici.

Il gruppo di ricerca che ha lavorato al progetto di raccolta e catalogazione delle iscrizioni, in particolare l'epigrafista principale, Catherine Dobias-Lalou, vanta una lunga tradizione di studi dedicati alla Cirenaica. Membro della missione archeologica francese in Libia dal 1976, Catherine Dobias-Lalou ha regolarmente visitato la regione fino alla rivoluzione del 2011.

Il progetto
Frutto di una collaborazione siglata nel maggio del 2011 tra Lucia Criscuolo (Università di Bologna), Catherine Dobias-Lalou (Université de Bourgogne) e Charlotte Roueché (King’s College di Londra), il lavoro di raccolta e edizione critica delle antiche iscrizioni cirenaiche è parte del più ampio progetto internazionale Inscriptions of Libya. Gli autori principali della pubblicazione sono: Catherine Dobias-Lalou, professoressa emerita all'Université de Bourgogne, capo progetto ed epigrafista principale, Alice Bencivenni, ricercatrice Unibo ed epigrafista, che ha collaborato all’edizione critica, alla codifica digitale e alle traduzioni, e Hugues Berthelot, Docteur dell'Università Paris-Sorbonne, che ha collaborato all’edizione critica e alla codifica digitale.

La pubblicazione è stata curata dal Centro di Risorse per la Ricerca Multimediale dell'Alma Mater, con il coordinamento di Marialaura Vignocchi, la progettazione e realizzazione del sito web a cura di Marilena Daquino e Enio Carboni e la collaborazione di Roberta Lauriola. Le immagini delle iscrizioni sono state rese disponibili, a cura di Elena Martoni e con la collaborazione di Antonella Cirigliano (CeSIA), anche come collezione autonoma su AMS Historica, la raccolta di opere storiche parte della biblioteca digitale Unibo AlmaDL.