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È online il nuovo inventario dell'Archivio storico del DIFA Unibo

Grazie alla collaborazione tra il Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Bologna e il Servizio Biblioteche e Archivi storici dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, è stata digitalizzata una fonte preziosa per la storia dell’astronomia

E' consultabile online il nuovo inventario dell’'Archivio storico del Dipartimento di Astronomia dell’Università di Bologna, il più antico complesso documentario di un’istituzione astronomica italiana non privata con osservazioni astronomiche a partire dal 1655. La digitalizzazione dell'archivio è stato possibile grazie alla collaborazione tra il Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Bologna e il Servizio Biblioteche e Archivi storici dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, che, durante gli ultimi sei anni, ha permesso di riordinare, inventariare e largamente digitalizzare una fonte preziosa per la storia dell’astronomia.

L’archivio, conservato presso il Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Alma Mater, raccoglie documenti relativi alla vita scientifica e amministrativa dell’istituzione sorta come Specola dell’Istituto delle Scienze, fondato nel 1711 dal conte Luigi Ferdinando Marsili. I documenti più antichi risalgono al 1679 e sono presenti osservazioni astronomiche a partire dal 1655; i più recenti datano all’inizio del XXI secolo.

La Specola, progettata sotto la direzione di Eustachio Manfredi, fu il primo istituto astronomico pubblico della città, terzo in Europa, dopo quelli di Parigi (1667) e Greenwich (1675) e contemporaneo a quello di Berlino. La Specola seguì poi le vicende istituzionali dell’Istituto delle Scienze fino all’odierna appartenenza all’Università.

Da tempo l’Archivio di astronomia era noto agli studiosi, prima soprattutto grazie al lavoro di riordino e inventariazione compiuto da Marina Zuccoli, bibliotecaria ed archivista e, successivamente, grazie alla partecipazione al Progetto “Specola 2000” per il riordino degli archivi storici degli Osservatori astronomici italiani che aveva consentito di formulare dettagliate descrizioni dei singoli documenti e di censire analiticamente molto materiale epistolare. A partire dal 2011, sono state ritrovate alcune serie archivistiche, non precedentemente descritte, che arricchivano il nucleo documentario originario in modo consistente, conservando, tra l’altro, materiale della fine degli anni Sessanta del Seicento.

Nel corso degli ultimi sei anni, si è proceduto a riordinare e inventariare il nuovo materiale documentario, ma anche a controllare le descrizioni precedenti, nella nuova prospettiva di arricchire l’inventario con le digitalizzazioni dei documenti. Attualmente l’archivio è largamente digitalizzato (soprattutto le buste della “Serie Storica Specola”) e gli studiosi hanno a disposizione circa 42.000 immagini, alle quali possono accedere dall’icona con la Torre della Specola (che oggi ospita il Museo della Specola del Sistema Museale d’Ateneo).