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Service Learning all'Alma Mater: un ponte tra università e comunità

Marginalità, contesti abitativi complessi, interventi di promozione della salute, azioni di prevenzione in contesti formali e informali: sono alcune delle esperienze che hanno visto coinvolte le studentesse e gli studenti del laboratorio di Psicologia di comunità, quest'anno alla sua seconda edizione

L'Università di Bologna è anche Service Learning. Sono 35 le studentesse e gli studenti Unibo iscritti al primo anno della laurea magistrale in Psicologia clinica che si sono messi alla prova partecipando al laboratorio di Psicologia di comunità, quest'anno alla sua seconda edizione. Il Service Learning è un approccio che attraverso l’impegno nella comunità locale (Service) crea, grazie al lavoro sul campo, occasioni di apprendimento (Learning) che vengono poi riconosciute nel curriculum degli studenti. Una pratica, questa, che si inserisce a pieno tra gli le azioni di public engagement promosse dall'Alma Mater.


Le studentesse e gli studenti del laboratorio hanno presentato i progetti che li hanno visti coinvolti lo scorso 24 gennaio nella sala del Consiglio Comunale di Cesena. Un appuntamento a cui ha partecipato anche Simona Benedetti, assessore ai Servizi alle persone del Comune di Cesena, insieme alle docenti Unibo Bruna Zani e Cinzia Albanesi.

Marginalità, contesti abitativi complessi, interventi di promozione della salute, azioni di prevenzione in contesti formali e informali sono alcune delle esperienze che le studentesse e gli studenti del laboratorio hanno affrontato: un'occasione per mettersi in gioco, confrontarsi con le proprie capacità e limiti, dare un contributo tangibile nel contesto sociale. I progetti sono nati grazie alle partnership che il Dipartimento di Psicologia dell'Alma Mater ha stabilito con l’Azienda dei Servizi alla Persona di Cesena, l'Istituto Oncologico Romagnolo e l'Ausl Romagna. Le studentesse e gli studenti Unibo hanno potuto così essere affiancati dagli operatori dei servizi, che hanno svolto il ruolo di tutor offrendo un supporto costante e discreto alle loro attività.

"A me il Service Learning ha dato tantissimo: ho avuto modo di entrare in relazione con persone molto diverse da me, di sperimentare in concreto la sfida di lavorare insieme ad altri", ha detto una studentessa visibilmente emozionata. "Ci siamo resi conto che spesso ci limitiamo a guardare le persone attraverso un filtro, che ci impedisce di vederle davvero", hanno commentato altri, riconoscendo la valenza formativa del loro impegno nella comunità. L’assessore Benedetti ha sottolineato che la collaborazione tra Università e servizi della città può essere un dispositivo prezioso per identificare e affrontare in modi nuovi i bisogni che derivano dalle trasformazioni sociali che interessano i nostri contesti di vita.

L’iniziativa è stata valutata positivamente anche dalle docenti Unibo Chiara Rafanelli, coordinatrice del corso di laurea magistrale in Psicologia clinica, e Silvana Grandi, vicepresidente della Scuola di Psicologia e Scienze della Formazione: entrambe hanno auspicato la riproposizione dell'esperienza e il suo ampliamento. "Fare in modo che tutti gli studenti dell'Alma Mater possano svolgere attività di Service Learning è sicuramente una sfida importante e che richiederà tempo", ha commentato infine Seth Pollack, direttore dell’Institute of Service Learning alla California State University, che ha partecipato ai lavori della giornata come Visiting Fulbright Professor. "Ma qui ho visto gli ingredienti che servono: entusiasmo, committment e sostegno istituzionale".