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Letteratura da ascoltare

Il Dipartimento di Italianistica in collaborazione con UniboCultura dedica un ciclo di incontri, “La parola, la voce”, alla riscoperta dei classici, chiamando sul palco a interpretarli i maggiori esponenti della letteratura del Novecento.
Edoardo Sanguineti Dopo la lettura dell’Ariosto in novembre e in attesa del conferimento della laurea ad honorem a Zanzotto, prevista per marzo, l’Università di Bologna prosegue il suo sforzo per attualizzare i grandi classici della letteratura italiana, facendo incontrare i testi dei secoli scorsi con le voci degli autori del Novecento. All’interno di “La parola e la voce”, manifestazione di punta del cartellone di UniboCultura, Edoardo Sanguineti leggerà Dante, Gianni Celati tornerà sull’Ariosto, Mario Rigoni Stern darà voce ai poeti della Prima Guerra Mondiale e Raffaello Baldini confronterà la sua anima romagnola con quella del conterraneo Pascoli.

“La Parola e la Voce - afferma il prof. Anselmi, direttore del Dipartimento di Italianistica - è un’iniziativa in cui autori classici leggono altri classici”.“Un connubio unico – prosegue la professoressa Niva Lorenzini, promotrice del progetto – che aspira a dare alla parola quella corporalità che le permette di essere compresa anche senza il suo tradizionale corredo di note. Come direbbe Sanguineti, cioè, la lettura dovrà essere così evocativa da rendere visibile e praticabile Dante a qualunque uditore”. Può sembrare incredibile riuscire in questo tentativo, ma ribadisce ancora Anselmi “l’incredibile è lo stupore della gente comune di fronte al fascino di versi spesso considerati terreni ostici riservati a pochi letterati”.

Per tutti i personaggi che animeranno l’iniziativa nell’aula absidale di Santa Lucia, sempre alle ore 18, la lettura sarà un ritorno alle origini o una sfida. Sanguineti, che salirà sul palco il 20 gennaio si è misurato con Dante sin dalla sua tesi di laurea, poi diventata uno dei capisaldi della critica al sommo poeta. Gianni Celati, il più giovane dei protagonisti, leggendo l’Ariosto il pomeriggio del 29 gennaio, renderà onore a uno delle figure che più ha ispirato la sua opera. Mario Rigoni Stern, narratore più che poeta, ripercorrendo le rime della Prima Guerra Mondiale, approderà su un terreno a lui ignoto ma verso il quale non ha mai smesso di provare ammirazione, come testimoniano le sue quotidiane riletture di Ungaretti. E infine il “corporale” Raffaello Baldini sosterrà la sua sfida recitando il simbolismo tipico del Pascoli.