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I Last Minute Maket si moltiplicano e fanno anche crescere la catena della solidarietà

Tempo di bilanci e nuove opportunità per il progetto, nato all'interno della Facoltà di Agraria alla fine degli anni Novanta.
frutta

1300 persone a cui sono arrivati tre pasti al giorno: colazione, pranzo e cena. Un totale di 300 mila chilogrammi di prodotti che, per farsi un’idea, riempiono 300 Tir. Cifre che fanno parte del bilancio di un anno di Last Minute Market, nella sua sezione originaria, quella Food. A fare un po’ il punto, ma soprattutto ad annunciare le novità del progetto ci hanno pensato il prof. Andrea Segrè, ideatore del progetto nel ‘98 e il suo attuale staff: Luca Falasconi, Silvia Gaiani, Valerie Bossi Fedrigotti, Sabina Morganti e Matteo Guidi, tutti dottorandi e ricercatori dell'Ateneo.

Trasformare lo spreco in risorsa è quello che si propone di fare questo virtuoso e per certi versi geniale sistema, grazie al quale vengono recuperate le eccedenze alimentari di ipermercati supermercati e di altri esercizi commerciali per farle arrivare sulla tavola di persone svantaggiate. Un progetto "a somma positiva" in cui tutti ricavano un vantaggio: le associazioni che assistono persone disagiate a cui vanno i beni recuperati; le attività commerciali che risparmiano nello smaltimento di prodotti destinati a diventare rifiuti, ottenendone anche vantaggi di immagine e talora anche sgravi fiscali; le pubbliche amministrazioni che offrono in tal modo un sevizio.

Insomma non una limitazione dei consumi, ma una limitazione degli sprechi con i loro costi economici e ambientali, ma anche un modo per "riflettere su cosa sia per davvero lo sviluppo sostenibile", come ha precisato Andrea Segrè.

Idea nata, come è d’obbligo che sia, all’università come "idea teorica" che poi è diventata un caso pratico, e che nella sua fase attuale prevede diversi nuovi ambiti di applicazioni e inaspettati ampliamenti  anche della rete di solidarietà. Un caso per tutti lo racconta ancora il prof. Segré. E’ quello di una nota pasticceria di Ferrara che ha incominciato a donare le paste invendute a fine giornata. Ciò si è tradotto in un risparmio effettivo sulla tariffa di igiene ambientale che ha indotto il proprietario della pasticceria a creare un fondo di solidarietà ulteriore, grazie al quale è stato finanziato un ospedale in Tanzania.

Non solo catena della solidarietà, ma anche estensione del progetto a vari ambiti. Già due anni fa oltre al settore Food è nato quello Book. Anche i libri invenduti invece di andare al macero possono diventare un dono, ad esempio per le persone che nel mondo studiano italiano. In questo ambito novità recente è un accordo con il Ministero degli Esteri, che aiuterà Last Minute ad individuare di volta in volta un paese.

Oltre al cibo e ai libri ci sono davvero tanti i beni che "non arrivano a fine carriera" e di cui "si può invece allungare la vita". Da questa considerazione sono nate le altre costole del progetto. Tre i "nuovi" mercati, ancora in fase di studio, che vedranno la vita nel 2006: Harvest, finalizzato a non sprecare la frutta e la verdura che si lascia pendere sugli alberi o a marcire nei campi; Pharmacy per il recupero di prodotti farmaceutici e di bellezza; Waste che, operando nelle isole ecologiche, ridonerà nuova vita ad oggetti e mobili.