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Ddl Moratti: il Rettore chiarisce la posizione della Crui

Nell’aula 3 della Facoltà di Economia i rappresentanti sindacali hanno riflettuto assieme ad alcuni docenti sugli aspetti positivi e negativi del progetto di riordino dello stato giuridico dei professori universitari. Nell’occasione il Rettore è intervenuto per fare chiarezza sulla posizione assunta dalla Crui.
Il Rettore Pier Ugo Calzolari Proseguono le assemblee dei docenti dell’Università di Bologna sul progetto di riforma dello stato giuridico dei professori universitari, documento che intende ripristinare il concorso unico nazionale, abolire la figura del ricercatore e cancellare la distinzione tra docenti a tempo pieno e docenti a tempo determinato. Dopo la prima riunione auto convocata il 27 gennaio scorso, i professori si sono ritrovati di nuovo, mercoledì 4 febbraio nell’aula 3 della Facoltà di Economia, per valutare gli aspetti positivi e negativi della legge assieme ai rappresentanti dei sindacati di categoria (Uspur, Cipur, Cnu, Cgil, Cisl, Uil). All’incontro ha partecipato anche il rettore Calzolari, che, ricordando ancora una volta la mancata consultazione da parte del governo degli organi di rappresentanza accademica (Crui e Cun), ha colto l’occasione per indicare i punti del ddl ritenuti più critici in seno alla Crui.

Tre sono state le carenze segnalate dal Rettore nel suo discorso: l’assenza di ogni riferimento all’attività di ricerca, la mancanza dei finanziamenti necessari ad avviare la riforma e l’eccessiva precarizzazione dei futuri ricercatori. “In primo luogo – ha esordito Calzolari – la legge Moratti è un progetto di riforma parziale. Esso fa riferimento esclusivamente alla didattica, dimenticando che questa è solo la prosecuzione in aula dell’attività fondante di ogni accademico: la ricerca”. Sottolineando quindi che qualsiasi ipotesi di riforma dell’università deve contemplare diritti e oneri della produzione di nuova conoscenza, il Rettore ha poi proseguito additando la debolezza finanziaria del ddl Moratti. “L’unica risorsa per sostenere una ristrutturazione inevitabilmente costosa – ha precisato Calzolari – sembra essere indicata nei soldi risparmiati con la soppressione delle supplenze”. Un budget evidentemente inadeguato a garantire una condizione lavorativa dignitosa ai ricercatori – ha fatto intendere il Rettore, “perché – ha puntualizzato - i giovani dovrebbero sostenere un precariato di almeno dieci anni senza avere approdi sicuri e senza disporre delle risorse necessarie a provvedere in autonomia alla tutela pensionistica che lo stato, con contratti a collaborazione, non verrebbe più a garantire”.

Elencati questi temi Calzolari ha infine riflettuto sulla probabile causa degli errori introdotti dalla Moratti nel suo disegno di legge. “Il ministro – ha affermato il Rettore – sta cercando di imitare la forma organizzativa delle accademie anglosassoni, ma nel far questa operazione, per molti versi meritevole e auspicabile, dimentica che Gran Bretagna e Stati Uniti hanno una struttura sociale e lavorativa completamente diversa dalla nostra. Quei paesi cioè possono sostenere un precariato esteso a tutti livelli di docenza, perché la società che vi sta dietro consuma ricerca e garantisce un continuo scambio di menti e risorse tra università e mondo del lavoro”.

“Da noi - ha invece chiosato il Rettore - che futuro potrebbe avere un ricercatore espulso dall’accademia dopo dieci anni di lavoro?”.